Dopo lunga e penosa malattia (Andrea Vitali)
Un giallo in tono minore… Non ricordo neppure come sono entrato in possesso di questo libro. O meglio, ricordo di averlo comprato io, anni fa, ma non ricordo se mi colpì qualcosa di particolare o meno. Vabbè, al di là del motivo vi dico che non sono rimasto molto soddisfatto del romanzo. Iniziamo col dire che sono 160 pagine che scorrono molto velocemente (se si vuole, in mezza giornata lo si legge), merito forse di capitoli molto corti (1, 2, al massimo 4 pagine) e di uno stile narrativo carino ma non particolare né ricercato. La storia di per sé è semplice: un medico constata la morte di un caro amico: entrambi soffrono di una malattia al cuore e il dottore, oltre al dispiacere dell’amico morto, si preoccupa anche del proprio stato di salute. Però si accorge che qualcosa non va: tanti piccoli dettagli che gli suggeriscono di approfondire le condizioni della morte, perché l’attacco che lo ha stroncato potrebbe esser stato indotto o curato male (medicine manomesse). E poi i manifesti mortuari sono insoliti. E c’è un puzzo di fritto, sentito addosso all’amico, che non quadra (non avrebbe dovuto mangiare fritto, che poteva scatenare l’attacco cardiaco). E tutta una serie di piccoli dettagli… Insomma, indaga indaga arriva al bandolo della matassa, ma si accorgerà che le cose vanno ben oltre quello che si aspettava, e che sono coinvolte più persone di quello che pensava. E proprio qui sta il punto debole del romanzo, secondo me. Sì, perché fino al […]