Il libraio di Selinunte (reprise)
Post brevissimo (ci provo). Ho riletto “Il libraio di Selinunte” di Vecchioni (vedi mio precedente post) e, se possibile, l’ho trovato ancora più bello. L’idea che il mondo perde senso quando sono le parole a perdere senso la trovo magnifica: solo attraverso le parole riusciamo a comunicare in modo pieno (seppur, comunque, imperfetto), e quando queste si svuotano tutto quello che sappiamo, conosciamo, tocchiamo, vediamo perde senso, non è più spiegabile. Attenzione: per “parola” non intendo solo la sua espressione sonora, ma anche scritta, cantata, espressa coi gesti. Ripensavo, mentre riflettevo sul potere della parola, ad un “cameo” di Beppe Grillo in “Libera la mente” di Giorgia che riprende lo stesso tema: Non han più senso le parole / le parole quando scardinano le parole quando tu sei abituato a una parola come concetto hai un pensiero dietro la parola se mi cambi il significato di quella parola lì mi cambi un concetto mi cambi il mondo davanti e io rimango senza armi, come un ebete Fonte (testo completo canzone): http://www.angolotesti.it/G/testi_canzoni_giorgia_143/testo_canzone_libera_la_mente_feat_beppe_grillo_863135.html Una cosa che non avevo notato la prima volta: i personaggi forse più cari a Nicolino (o almeno quelli che lo aiutano in questa avventura) sono lo zio Nestore, sempre silenzioso e – in contrasto – il libraio, ricco di parole. Lo zio Nestore sostituisce Nicolino nel letto quando questi va dal librario: il silenzio (dello zio) legato al sonno, l’inattività, (la morte?) contro il suono, la parola, legati alla vita, alla crescita. Interessante, molto interessante…