Maledetti toscani (Curzio Malaparte)
Incuriosisci oggi, incuriosisci domani, alla fine mi è toccato cercare (perché non si trova nelle librerie “standard”, ma va cercato in quelle che si occupano di “antiquariato”, essendo un libro “vecchiotto”) e comprare questa opera di Curzio Malaparte, nome d’arte di Kurt Erich Suckert, nato (nonostante il nome) a Prato e grande estimatore dei toscani. Tanto che apre il primo capitolo (almeno nella trentacinquesima edizione in mio possesso) con “E maggior fortuna sarebbe, se in Italia ci fossero più toscani e meno italiani“. E come dargli torto? Son pienamente d’accordo anche io! Possiamo chiudere il post qui: leggete il libro, meditate, e se siete toscani gioite, sennò pentitevene 🙂 No, non scherziamo, una delle bellezze Italiche è proprio la commistione fra tanti popoli, la fusione di tante culture, l’intreccio di tante idee: è uno dei nostri maggiori pregi, ma anche uno dei nostri più grandi difetti; ci dona genio e sregolatezza… Però, sul fatto che i toscani siano un popolo particolare, ci son tornato più volte (spesso legandomi alle intemperanze dei quattro vecchietti del Bar Lume nei romanzi di Malvaldi). Con la battuta (spesso cinica e sfrontata) sempre pronta, con quell’aria un po’ superiore, senza peli sulla lingua (né propri, né di altri – per dir la verità in battuta), spesso litigiosi e faziosi, che non danno facilmente l’amicizia, ma quando la danno è speciale… Insomma, questi toscani sono un popolo un po’ strano: che sia frutto del DNA ereditato dagli etruschi (come accenna Curzio in alcune parti) o semplicemente perché son cresciuti […]