Ernest e Celestine (Daniel Pennac)

Una fiaba leggera, allegra e coinvolgente… C’è una piccola topolina, con uno zainetto bianco, in un bidone di rifiuti. Cosa ci farà? E c’è un orso grosso grosso che ha tanta tanta fame e che si sta avvicinando al bidone dei rifiuti. Non vorrà mica mangiarsi la topolina? E’ così che inizia questa fiaba di Pennac, forse più indicata a noi adulti che ai bambini. Quasi sicuramente da leggere insieme. Perché Pennac riesce, coi suoi modi e le sue idee, a coinvolgere il lettore fino a farlo diventare uno dei personaggi del libro. Il tutto nasce, in realtà, dai disegni di Gabrielle Vincent, illustratrice che narra le avventure di Ernest e Celestine, l’orso e la topolina. Sono libri per bambini e hanno emozionato Pennac tanto che ha voluto dedicare a lei questo romanzo in cui si narra l’incontro dei due personaggi e la storia della loro amicizia. Ah, su questo racconto di Pennac è nato anche un film. E’ una storia d’amicizia molto difficile, perché nel mondo degli orsi i topolini sono considerati schifosi, brutti, e nessun bravo orso vorrebbe essere amico loro. D’altro canto anche i topolini odiano gli orsi, tanto che fin da piccoli viene loro insegnato astio e livore nei confronti dei plantigradi. Ma i due sono personaggi speciali: Ernest è un orso che non vuol assolutamente seguire le orme del padre (e della famiglia), non vuole fare il giudice ma vorrebbe passare tutto il tempo a suonare e fare musica; e Celestine è una topolina che […]

Grazie (Daniel Pennac)

Monologo di un attore col suo pubblico Vi dirò… fra le opere di Pennac questa mi ha lasciato un po’ di stucco. Leggendola uno si chiede se Daniel abbia avuto qualche contrasto con la critica, con qualche giuria di premi letterari, oppure se fosse deluso dal suo pubblico. Si tratta di una impressione mia e non è detto che sia corretta. Però ho avuto l’impressione che il protagonista del libro sia una delle “facce” di Pennac. Credo insomma che ci sia un po’ di “autobiografia” in questa opera. L’opera è simile – nella struttura – a “La lunga notte del dottor Galvan”. Praticamente si tratta di un monologo sul tema del “ringraziamento”: uno scrittore riceve un premio e deve ringraziare il suo pubblico, la giuria e tutti… Solo che si scopre, leggendo il libro, che lo scrittore non è molto contento. Sembra irritarsi per la ragione della premiazione; ci dice che il premio ricevuto comporta un contratto e che dovrà esibirsi in certe date con monologhi di oltre un’ora… Insomma: alla fine la sensazione è che il protagonista ce l’abbia un po’ con tutti i premi letterari. Libretto piccolo, sembra quasi un atto unico di una commedia (appunto, come il “dottor Galvan”) con un personaggio unico sul palco (come il dotto galvan): sì, cè la “giuria”, ma praticamente non dice una parola, è come se fosse in esistente (come l’ipotetico interlocutore con cui parla il dottor galvan mentre raccontsa la sua vicenda). Certo, alla fine il libro non mi è dispiaciuto. Lo stile […]

Signor Malaussène (Daniel Pennac)

La storia di un bambino che, alla fine, riesce a nascere. Finalmente! Aspettavo questo libro da circa 4 mesi – lo avevo ordinato presso la commissionaria libraria dove lavoro: non so come mai ma c’è voluto un po’ per riceverlo. Finalmente perché è l’unico libro che ancora mi mancava della saga della famiglia Malaussène. Come detto in altri post, ho letto i libri “a caso”: via via che li trovavo me li divoravo. Sapevo già, in parte, il finale di questa storia. Ma nonostante tutto sono riuscito a godermelo fino alla fine. E devo dire che questa volta Pennac si è superato nell’ingarbugliare la storia fin quasi a farmi perdere i fili delle varie trame che si intrecciavano. La base è sempre quella: la scalogna nera (degna solo del “Paperino” al massimo della forma) che si abbatte su Benjamin Malaussène, improprio capo di una stirpe di fratelli, e di professione capro espiatorio alle edizioni del taglione. Ma non sto a ripetere per l’ennesima volta i personaggi: riporto solo alcuni punti salienti. Julie è incinta di Benjamin: il libro si evolve proprio come un monologo di Benjamin – che si ritiene inadatto al mestiere di padre – verso il piccoletto che aspetta nella pancia di mamma Julie il suo turno per uscire. Mamma Malaussène torna a casa triste, “vuota” sia nell’anima che nel corpo (chi conosce bene la famiglia sa cosa intendo per “vuota nel corpo” – agli altri lascio la sorpresa). La sua storia con l’ispettore Pastor è finita, così come è finito il turno […]

Ultime notizie dalla famiglia (Daniel Pennac)

Ultimi flash dalla tribù Malaussène. Avevo letto qualche commento poco generoso verso questo libro, ma ho voluto provare a leggerlo lo stesso. E devo ammettere che lo sento un po’ come un corpo estraneo rispetto al ciclo di Malaussène. Non un qualcosa completamente diverso, ma piuttosto qualcosa di intimo, di particolare, di personale. Il libro si compone semplicemente di due racconti. Il primo è un monologo di Benjamin sulla paternità; il secondo riguarda il piccolo e la sua voglia di conoscere il padre. Ma c’è qualcosa di più, sotto questi racconti. Il primo “Signor Malaussène a teatro” assomiglia tanto al monologo del dottor Galvan nell’omonimo libro (e omonima opera teatrale). Sembra, appunto, un’opera pensata per il teatro. E’ Benjamin Malaussène che parla della vita e dei suoi dubbi. Parla a suo figlio e a tutti noi. Parla cercando di convincere più sé stesso che suo figlio, che noi, che questa pazza vita, piena di brutte sorprese, è comunque degna di essere provata. Ripercorre, il nostro “capro espiatorio” per eccellenza, in questo monologo, la vicenda della nascita di Signo Malaussène, dal suo concepimento alla nascita fino all’inevitabile battesimo (a livello di nome) del fratellastro Jerémy. Particolare la scena della scelta del nome, prima della nascita, in cui (come racconta Benjamin) lui e Julie facevano ipotesi che sapevano che sarebbero state spiazzate all’atto della nascita. E quando Julie propone “Daniel”, Benjamin sbianca a causa di una di quelle sue sensazioni che gli fanno temere il peggio. Come se Benjamin avesse paura del suo […]

Il paradiso degli orchi (Daniel Pennac)

La storia di alcune persone esplosive. 1942. Un Grande Magazzino (GM) di Parigi. I pogrom (le sommosse antisemiti). I proprietari del GM ebrei. La milizia che circonda il tutto. E 6 tizi che vogliono profanarlo perché lo ritengono il simbolo dell’opulenza… 1985. Benjamin Malausséne. Di professione capro espiatorio al Grande Magazzino. Cosa c’entra con i 6 tizi di sopra? Forse perché lavora allo stesso GM, anche se molti anni dopo? E che qualifica è “capro espiatorio”? Da contratto, Benjamin è un addetto al controllo tecnico. Sotto sotto, però, recita un’altra parte. Quando una persona reclama perché un bene acquistato al GM risulta difettoso ed ha danneggiato altri beni, un impiegato dell’ufficio reclami presenta Malausséne come il responsabile. E Benjamin fa tanto e poi tanto per impietosire la persona che questa desiste (quasi sempre) da chiedere ulteriori rimborsi oltre alla semplice garanzia. Risultato: forti risparmi sul controllo tecnico e sui rimborsi ai clienti. Ma un giorno, la vigilia di Natale, nel grande magazzino accade qualcosa: una bomba dilania una persona nel reparto giocattoli. Nessun altro morto o ferito. Terrore generale dei clienti, indagini della polizia… ma il 26 il GM riapre e tutto sembra andare bene finché, vari giorni dopo, una seconda bomba uccide una coppia di anziani quasi di fronte a Benjamin (che intanto stava rimorchiando quella che poi sarà la “sua” Julie Corrençon). Ancora brancolamenti nel buio da parte della polizia. La vita di Benjamin va avanti… il lavoro inizia, però, ad essere stancante. Cerca di licenziarsi ma viene fregato dal suo […]

La fata carabina (Daniel Pennac)

Storia di tizi trasformati in fiori. Tutto comincia proprio con una vecchietta che “trasforma un tizio in fiore” (come dirà Il Piccolo) mentre riesce a stare a malapena in equilibrio su una lastra di ghiaccio a forma d’Africa che invade un incrocio del quartiere Belleville di Parigi. Peccato che il tizio fosse uno sbirro che cerca di difendere le “vecchiette” del quartiere da uno “sgozzatore” che le uccide dopo aversi fatto dare il PIN del bancomat così da poterle derubare dei risparmi. Peccato, anche, che quello che Il Piccolo considera un fiore è la testa spappolata dell’agente e la “bacchetta magica” è una pistola. Insomma: sembra che questa vecchietta abbia solo voluto difendersi dall’assassino delle sue compagne, ed invece ha fatto un madornale errore. Ma non se ne accorge né se ne cura. Ma l’intrigo non si ferma qui – anzi: devo dire che Pennac in questo racconto (almeno secondo i miei gusti) ha dato forse il meglio di sé. Un agente di origine asiatica prossimo alla pensione che si traveste da vedova thailandese per scoprire lo sgozzatore. Un giovane agente ucciso da una vecchietta, e la conseguente caccia dell’omicida da parte della polizia. Una banda di vecchiette che cerca di autodifendersi con pistole della seconda guerra mondiale. Una giornalista (Julie, l’amore di Benjamin Malausséne) ridotta in fin di vita perché sta indagando su un giro di droga che coinvolge altri vecchietti. Un ispettore i cui genitori sono stati uccisi violentemente, che sembra essere l’eroe buono (ma l’apparenza inganna). Un altro […]

Il ciclo Malaussene (Daniel Pennac)

Vista la mia insistenza a leggere le vicende della famiglia Malaussene e a propinarvele in questo blog, ho deciso di fare un po’ di ordine (non solo cronologico) prima di pubblicare i prossimi due post (“La fata carabina” e “Il paradiso degli orchi”). Per fortuna mi viene incontro Wikipedia su cui c’è un articolo completo sul “Ciclo di Malaussène” dove è indicata non solo la sequenza temporale dei racconti, ma vi si trova anche un breve profilo dei personaggi e – seguendo i link – un breve riassunto dei racconti. Purtroppo, mi rendo conto ora, ho letto i libri in base a come li trovavo sugli scaffali dei supermercati (quello che compravo prima, leggevo prima) e non ho potuto fare, quindi, una conoscenza graduale della famiglia. Niente di male: il singolo romanzo si fa leggere ugualmente con facilità, ma consiglio, a chi ancora non ha cominciato la lettura di queste opere, di iniziare “dall’inizio” – e cioè da “Il paradiso degli orchi”, pubblicato (edizione originale francese) nel 1985. Seguono, nell’ordine: “La fata carabina”, “La prosivendola”, “Signor Malaussène” e “ultime notizie dalla famiglia” (ancora non letti) e conclude il ciclo “La passione secondo Thérèse”. I prossimi due post saranno dedicati proprio a “La fata carabina” e  “Il Paradiso degli orchi”. “La prosivendola” e “La passione secondo Thérèse” li ho già recensiti, rispettivamente, in questo e questo post.

La passione secondo Thérèse (Daniel Pennac)

La storia di un uomo che si sposa e muore dal ridere… La famiglia Malaussene – la tribù, come loro si chiamano – è molto strana e variegata. E’ una grande famiglia, prima di tutto, formata non solo da legami di sangue ma anche di amicizia. Se vi capita di incontrarla la riconoscerete sicuramente. Ma (consiglio) se vi invitano ad un matrimonio, fate tutto il possibile (ed anche un po’ di impossibile) per non marteciparvi! Due libri (la prosivendola, La passione secondo Thérèse), due matrimoni, due omicidi (più qualche morto collaterale). In questo caso si parla di Thérèse, la sorella veggente di Benjamin (il fratello maggiore) si è innamorata di un nobile, il conte Marie-Colbert de Roberval, “consigliere referendario di primo livello”. Sembra l’onestà in persona, il buon MC2 (così Marie-Colbert chiede a Benjamin di essere chiamato). Ma Benjamin sente incombere sopra di sé la “copronuvola” che annuncia sciagure, tanto che – ormai rassegnato al matrimonio – si prepara per la prigione raccogliendo alcuni effetti personali in una valigia ed una serie di libri consigliati dalal regina Zabo (per l’ennesima volta ex-datrice di lavoro) e da Loussa di Casamance (ex-collega ed amico). La storia è alquanto semplice, e non ve la svelerò tutta (altrimenti rovinerei la sorpresa della lettura). In breve possiamo dire che Benjamin cede all’idea di concedere Thérèse come sposa a MC2. Nonostante la sua riluttanza la tribù è tutta con la sorella e smonta una ad una le obiezioni del “capo tribale”. Un matrimonio fastoso ma non eccessivo, […]

Questo blog si serve di cookie tecnici per l'erogazione dei servizi e ospita cookie di profilazione di terze parti, utilizzati per la personalizzazione degli annunci pubblicitari. Se vuoi saperne di più a riguardo, compreso come cancellarli e/o bloccarli, accedi alla pagina Cookie Policy per visionare l'informativa completa, altrimenti clicca su "OK" per accettarli esplicitamente. Se prosegui nella navigazione sul sito acconsenti tacitamente al loro uso. Maggiori info

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi