Contro natura (Dario Bressanini, Beatrice Mautino)
Cosa è “naturale”, e cosa “contro natura”? Nel sentire comune di solito si associa la “naturalità” (come fosse una specifica qualità carica solo di significati positivi) alle cose coltivate in modo naturale. Ma, quindi? Cosa si intende per coltivare in modo naturale? Bè, qui si aprono tante strade: chi intende senza concimi, fertilizzanti e altri prodotti “di sintesi” pensa, in realtà, al “bio”. Molti, invece, non sanno dare una spiegazione precisa di pratiche “naturali”. E qualcuno pensa alle cose che quasi spontaneamente nascono dalla terra, in una visione bucolica dell’agricoltura. Dario e Beatrice cercano di smontare questi luoghi comuni illustrando cosa davvero comporta il far crescere delle piante che siano buone, cioè rendano il giusto frutto agli agricoltori e siano di buon sapore e commestibili per gli utenti finali. Il primo concetto che ci propongono è che la natura non è statica. La mela che mangiamo oggi non è la stessa mela di Adamo ed Eva (o, per esser più precisi, non è una copia della prima mela assaggiata da qualcuno in Kazakistan millenni fa). In modo “naturale” (in questo caso intendo “senza che l’uomo ci abbia messo mano”) o pilotato (con l’aiuto dell’uomo) le piante si incrociano fra loro da millenni, da quando sono nate, oppure subiscono mutazioni casuali che le trasformano. Il grano tenero tutt’oggi molto apprezzato per la panificazione è nato (raccontano gli autori in “La telenovela dei grani” – cap. 4) da incroci strani, fra generi diversi di piante, senza che l’uomo ci mettesse, appunto, mano. All’epoca nacque, in pratica, una pianta […]