Lolita (Vladimir Nabokov)
Confessione d’amore di un pedofilo Iniziando a leggere il romanzo, magari un po’ superficialmente, la mia prima impressione è stata “Mamma mia!!!” (sì, con tre punti esclamativi). Perché la pedofilia non l’ho mai sopportata, e il romanzo (semplificando) è scritto in prima persona, in forma di “memorie”, da Humbert Humbert, persona che tutti noi, penso, considereremmo pedofilo Attenzione: non si tratta di “pedofilia” del tipo “rapisco una ragazzina, mi diverto con lei e la faccio fuori”. La cosa è più fine: come scoprirete leggendo il libro (o il seguito del post) Humbert ama una certa bambina e – paradossalmente – non le farebbe nessun male, anche se non si rende conto che quello che fa con lei – e quello che prova per le ragazzine in generale – è una distorsione dell’amore. Comunque sia, mi sono imposto di proseguire per alcuni motivi: il primo è che si trattava – appunto – di un romanzo e non di una storia vera (anche se realistica). Il secondo è che, a livello letterario, è un capolavoro. La voglia di leggere Lolita mi è venuta dalle solite “lezioni” di letteratura impartite dalla professoressa Nafisi ai suoi studenti universitari e raccontate in “Leggere Lolita a Teheran” (vedi il mio post sul libro). E poi, sinceramente, ne avevo sentito parlare, anche se forse più per l’omonimo film di Kubric tratto dal libro che per il libro stesso. E poi, purtroppo, è entrato nell’uso comune il termine “Lolita” per indicare una ragazzina (solitamente minorenne) che sembra avere costumi […]