Norwegian Wood [aka Tokyo Blues] (Murkami Haruki)

“Se uno legge quello che leggono gli altri, finisce col pensare allo stesso modo.” (cap. terzo) Iniziamo subito col dire che le edizioni precedenti, in Italia, di questo libro si intitolavano “Tokyo Blues”, ma poi l’editore, anche su spinta dell’autore, ha ripubblicato il libro con il titolo originale: “Norwegian Wood”. E diciamo anche che il titolo è, in realtà, quello di una canzone dei Beatles, a cui si fa riferimento più di una volta nel corso del romanzo. E il tutto parte proprio dalla canzone: Watanabe è un trentasettenne che è imbarcato su un aereo in atterraggio ad Amburgo. Subito dopo l’atterraggio gli altoparlanti dell’aereo diffondono Norwegian Wood. Ecco che per Watanabe parte un lungo flash back che lo riporta ai tempi dell’università (ultimi anni 60) e agli amori di quei tempi. “Lo sai che parli in modo strano?”: potremmo definire Watanabe con questa domanda, che più di una persona (soprattutto le ragazze) pongono al giovane studente. Ama leggere, soprattutto “vecchi” autori (i grandi classici – con una predilezione quasi maniacale per “Il grande Gatsby”) e spesso le sue espressioni sono influenzate da quel che legge: cosa che spesso affascina le ragazze. E nella vita di Watanabe, fra tante, due di loro assumono una grande importanza. Naoko era la ragazza del suo migliore amico. Riservata ma non troppo chiusa in sé, allegra e bella, la sua personalità subisce una tremenda trasformazione quando il suo ragazzo si uccide. Watanabe e Naoko vivono diversamente questa perdita senza senso. Se il primo arriva […]

Kafka sulla spiaggia (Murakami Haruki)

“Ti stai avvicinando a una verità metaforica attraverso la realtà? O a una verità reale attraverso una metafora?” (capitolo 31) Vi è mai capitato che un libro si insinui nel vostro sonno? Questo romanzo mi si è intrufolato nei sogni e si materializzava nel mio mondo onirico anche scombussolandomi un po’. Devo ammettere che la lettura di una parte di romanzo avveniva quasi sempre prima di addormentarmi, e forse è per questo che ha avuto facile accesso al mio subconscio, ma non mi era mai capitato con altri romanzi… D’altro canto la storia stessa è un ondeggiare fra realtà fisica, mondo metafisico e sogni; fra metafore del mondo reale e verità metaforiche. Ed ognuno dei mondi che tocca è spiegazione o continuazione dell’altro mondo. Cioè: il mondo dei sogni realizza ciò che il subconscio vorrebbe fare ma nel mondo reale non è fatto, ed il mondo reale è stimolo e creazione al mondo onirico. Ma andiamo alla storia, che – seppur complessa ed intricata – cerco di riassumere brevemente. Nakata e Kafka (non lo scrittore) sono i personaggi principali di questo romanzo, legati da qualcosa di invisibile ma inesorabile. Attorno a loro altri personaggi, anche se possono essere considerati di “supporto”, aggiungono tasselli alla storia. Entrambi sono in fuga da qualcosa, entrambi in ricerca di qualcosa. Kafka ha 15 anni, e quello non è neppure il suo vero nome, ma si fa chiamare così nella terra dove viene ospitato dopo la fuga. Nakata, invece, da bambino ha subito uno strano […]

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