Il piccolo manuale dei giochi di una volta (Francesco Guccini)

Post breve con consiglio di lettura da ombrellone 🙂 Continua l’operazione nostalgia di Francesco Guccini. Dopo il dizionario delle cose perdute (uno e due) ora ci propone “Il piccolo manuale dei giochi di una volta“: cioè quei giochi che lui faceva da ragazzo, insieme ai suoi amici, utilizzando il materiale più vario (ma quasi sempre di recupero). Accanto ai suoi ricordi di infanzia e gioventù, Giovanni Manna illustra i giochi e fornisce istruzioni passo passo per ricrearli. Ho avuto la possibilità di sfogliarlo (ancora non l’ho letto): è molto carino. Guccini è sempre bravo a raccontare storie, e le illustrazioni di Manna, in stile un po’ retrò, danno al volume una atmosfera anni ’60 (assomiglia, come stile, a qualche vecchio libro di cucina di mia madre). Se cercate qualcosa da leggere sotto l’ombrellone, questo potrebbe fare al caso vostro. Lo potete apprezzare sia come adulti (perché vi riporta alla vostra giovinezza) sia come adolescenti (ci sono idee e indicazioni per creare dei giochi semplici e coinvolgenti). Io lo comprerò? Sinceramente non lo so: come scritto in altri post devo iniziare a stare attento al budget per i libri. Vedo che su IBS (da dove ho preso la copertina) viene a 12,75 Eur. Stesso prezzo su Amazon. Non è particolarmente alto (nella media degli altri libri simili), ma preferisco attendere un po’ prima di impegnare oltre 12 Eur in questo titolo (intanto lo metto nella mia lista dei desideri di Amazon). Oppure dovrò iniziare a rivolgermi a qualche biblioteca (ma quando ci entro, devono buttarmi fuori a forza all’orario di chiusura). […]

Nuovo dizionario delle cose perdute (Francesco Guccini)

Secondo post leggero per secondo libro leggero… Dopo il (primo) dizionario delle cose perdute, Guccini ci propone una nuova raccolta di vecchi rimedi della nonna, di oggetti presenti in casa prima della guerra, e degli stili di vita ad essi legati. I vari elementi spaziano dal “vespasiano”, ai “rimedi casalinghi”, al “bucato”, alle “cabine telefoniche” fino a dedicare un capitolo all’antica rivalità ciclistica fra Coppi e Bartali. Come nel precedente volume, Francesco ci riporta indietro nel passato fino ai tempi poco prima e poco dopo della (seconda) guerra mondiale. Gli oggetti o le persone sono scuse per una riflessione sullo stile di vita di allora confrontato con quello odierno. Senza polemica né “si stava meglio prima” a adornare i capitoli. Ma questa volta c’è un po’ più di malinconia, a mio avviso, rispetto al precedente volume. La capacità di raccontare di Guccini è sempre stata, per me, affascinante. Quel misto di aulico e pragmatico che si alternano nei suoi paragrafi rendono la lettura leggera e al tempo stesso profonda. Le stesse sensazioni che provo ascoltando le sue canzoni. Lettura leggera, comunque, a tratti malinconica (ma non triste), voglia di ritrovare alcuni valori che sembrano perduti. Una di quelle letture per rilassarsi fra un libro “pesante” ed un tomo di 1000 pagine. Il prezzo (12 euro) non è proprio giustificato: a tal prezzo preferirei un corposo romanzo giallo, magari dello stesso Guccini. Lo sconto da supermercato (prezzo finale 10,20 eur) lo rende più accettabile. Libro da portarsi, nella prossima estate, sotto […]

Storie dello spazio profondo (Bonvi & Guccini)

Un mix di storie spaziali che anticipano mode e tendenze Come dicevo un paio di settimane fa (Altre storie dello spazio profondo) stavo aspettando il primo volume della serie Rizzoli Lizard dedicata ai mostri sacri del fumetto… o almeno a Bonvi e alle sue collaborazioni con altri mostri sacri (in “altre storie…” con Cavazzano, in questo libro con Guccini). Finalmente è arrivato, e l’ho letto tutto d’un fiato. Ed anche il semplice “Guccini Dixit”, “Bonvi Respondit”, in cui si presentano (e un po’ si becchettano) a vicenda è uno spasso. Le storie sono 7 (Galassia che vai, Bonifica spaziale, Vivere ricchi e felici, Meglio soli che male accompagnati, Legione dello spazio, Pugni, pupe e robots, Chi cerca trova) e sono seguite, in appendice, da alcune tavole “alternative” disegnate apposta per quelle storie, ma che hanno lasciato il posto alle tavole ufficiali. Partiamo subito col dire che Guccini doveva occuparsi della sceneggiatura e Bonvi del disegno ma, come raccontano entrambi (con toni diversi), Guccini  fu preso da follia d’amore e lasciò tutto per trasferirsi a Brooklyn, e toccò a Bonvi “sobbarcarsi” il completamento dell’opera. Da notare che le storie sono nate nel ’69-’70 e in esse si trova – come personaggio principale (alter ego di Bonvi) – un faccendiere spaziale che io trovo essere copia sputata di Ian (Han in originale) Solo di Guerre stellari… sì, il personaggio interpretato da Harrison Ford. Uhm, a pensarci bene forse il personaggio del fumetto è un po’ più cinico di Ian Solo. Ok: direte che […]

Dizionario delle cose perdute (Francesco Guccini)

post leggero per libro leggero… Ecco: i precedenti post vertevano tutti su libri che io non trovavo consoni da portare sotto l’ombrellone. Ma questo di Guccini si adatta ottimamente alla vacanza, alla compagnia ed al clima rilassato. Francesco, sulla scia di tante trasmissioni e libri che ultimamente ci riportano al passato, ci ricorda alcuni tratti della sua infanzia e giovinezza attraverso vari oggetti della sua vita: dal primo telefono in bachelite, alla ghiacciaia, alla Topolino (l’auto), dedicando un corposo capitolo ai giochi dell’infanzia. Lo fa, ovviamente, con la sua solita ironia. Nel leggere i testi sembra quasi di sentirlo raccontare delle storie, con la sua vociona, in mezzo ad un gruppo di amici, in un clima da osteria, con un bicchiere di vino in mano. C’è poco da dire sulle storie (i vari capitoli). Cioè, se ve li dovessi raccontare farei un post lungo lungo, ma credo sia inutile e non riuscirei a rendere giustizia alla loro freschezza. Unico punto in comune a tutti i racconti è una vena di nostalgia, trattata però con ironia. Non che Guccini affermi che “si stava meglio quando si stava peggio”, ma – vuoi perché era giovane, vuoi perché le cose erano diverse – ricorda con molto affetto quei tempi. Alcune cose, direttamente o indirettamente, le ho vissute anche io. Nato agli inizi degli anni ’70, in campagna (dove le cose arrivavano in ritardo rispetto alla città), mi ritengo della generazione a cavallo fra quello che racconta Guccini e la generazione della tv. Amici […]

Malastagione (Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli)

Storia di un duplice assassinio nei boschi dell’appennino tosco-emiliano Il giovane ispettore della forestale Marco Gherardini ha ereditato due cose dal nonno: la passione ed il rispetto per il bosco, ed il soprannome: “poiana”, come il rapace che – testardo – punta la preda e aspetta il momento giusto per colpire. E’ uno dei più giovani ispettori della forestale e – subito dopo aver concluso gli studi ed il corso – è tornato ai luoghi natii: Casedisopra, piccolo comune dell’appennino tosco-emiliano. Ci sono tante cose da fare: ripopolamento dei fiumi, bracconaggio, salvaguardia della foresta, ritrovamento dei turisti che si smarriscono durante le gite estive… “ma una cosa così non l’aveva mai vista”, come viene scritto in copertina. Adùmas, un compaesano che sembra strano come il nome che porta (ma entrambi sono meno strani di quel che sembra), vede un cinghiale con in bocca un piede umano. Sì, proprio un piede: questo significa che da qualche parte c’è un corpo di un uomo senza un piede. Un omicidio nel piccolo paesino? O forse un incidente? Purtroppo si scoprirà che si è trattato di un efferato delitto. E poiana è chiamato ad indagare: il corpo viene ritrovato (ormai a mezzo romanzo) nel bosco dopo un incendio e quindi le indagini devono essere gestite dalla forestale. E forse è meglio, vista l’incompetenza del comandante dei carabinieri del paesino. Indaga, poiana, indaga… e scopre gli intrighi e gli interessi di paese, o meglio di alcune persone che cercavano di trarre vantaggi piegando alcuni regolamenti […]

La legge del bar e altre comiche (Francesco Guccini)

Storie di vita da bar del Guccini cantautore… Mi sono già imbattuto (e mi sono innamorato) di un cantante-scrittore: Vecchioni. Ma in quel caso si tratta di un professore di scuola superiore che fa “anche” il cantante. Anche del Guccini avevo sentito dire bene come scrittore, ma ancora non avevo “sperimentato”. E così mi è capitato di trovare il libricino che da il titolo al post fra gli scaffali di una libreria. Quello che mi ha subito colpito è la copertina: Andrea Pazienza ha disegnato una caricatura di Francesco-sceriffo dalla faccia sfigata circondato da loschi figuri. L’immagine, come altre contenute nel libro, sono omaggi di vari personaggi (fra cui, ad esempio, anche Altan e Bonvi). Cosa ci racconta Guccini? Le storie sono aneddoti, racconti, esperienze di vita vissuta quasi tutte autobiografiche. E lo fa con quello stile che caratterizza anche le sue canzoni, tanto che mentre leggi ti sembra di sentire la sua voce sorniona sottolineare le righe che si stanno leggendo. Già la premessa di Guido de Maria ti carica di allegria, ma appena si arriva alla prima storia (il farfa sgalbedrato) – o, comunque, mentre si prosegue con la lettura di altri racconti – si rischia di sbellicarsi dalle risate. Per invogliarvi vi racconto solo la storia del “farfa”, anche perché ho riconosciuto in essa alcune delle dinamiche “da bar” (o meglio, da circolino) di quando, ragazzino, ammiravo gli “anziani” del paese giocare a carte. Capita, in tutti i bar del mondo, che amici si ritrovino per giocare a carte. E […]

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