La solitudine dei numeri primi (Paolo Giordano)
Gli sarebbe bastata una qualunque di quelle lettere, anche solo l’asimmetria tra le due asole panciute della B di Balossino, per riconoscere immediatamente la calligrafia di Alice. (dal capitolo 39) Perché ho scelto questa frase per introdurre il post al libro? Perché secondo me c’è tutto il senso del libro: la tensione fra Mattia (Balossino) ed Alice, la lontananza fra loro due, i paragoni matematico/fisici che Mattia usa per valutare il mondo. Diciamo subito che da qualche mese questo libro mi perseguita: mi aveva incuriosito (forse per la faccenda dei numeri primi, che già in precedenza mi aveva appassionato) ma poi avevo rinunciato ad acquistarlo (dicendo: è solo una storia di amore fra adolescenti). Poi ha ricevuto rconoscimenti letterari come il premio Strega ed il premio Campiello, e mi è tornata voglia di leggerlo. Poi ancora mi era di nuovo passata al voglia. Infine l’ho regalato – per Natale – ad una “cugina” (in realtà la figlia di un cugino) e mi è tornato la voglia di leggerlo. E questa volta l’ho comprato e l’ho letto. E’ volato via in 3 giorni, facendomi provare sensazioni contrastanti. All’inizio, nei primi 2 capitoli, sono rimasto un po’ perplesso. Ho scoperto dopo, nel seguito della storia, l’importanza di quei due capitoli: spiegano i “traumi” che trasformano i due protagonisti nelle anime solitarie di cui il romanzo racconta. I capitoli finali, invece, mi hanno lasciato con un groppo in gola… Non ho versato lacrime, ma speravo in un finale un po’ diverso. Non sto […]