La prova nascosta (Laurence Cossè)
Cosa succederebbe se venisse proposta una prova, palese e scientifica, della presenza di Dio? Immagino che un argomento simile sia già stato trattato in passato, ma (ammetto, anche un po’ per pigrizia) non ho fatto ricerche e non so in quali altri modi sia stato affrontato. L’argomento è quello scritto in corsivo: l’autrice prova a chiedersi cosa potrebbe succedere al mondo se Dio fornisse una prova, palese, ineccepibile, inconfutabile, della sua presenza. Ambientato nella Parigi dei giorni nostri, il romanzo vede pochi personaggi affrontare, nel corso di pochi giorni, questo “dilemma”: Bertrand Beaulieu, un frate “casuista” (una confraternita simile, per struttura e cultura dei personaggi, ai Gesuiti, ma assolutamente inventata ai fini del romanzo) riceve da tempo lettere da Martin, una persona ossessionata dal dimostrare l’esistenza di Dio. Un’ossessione quasi malata, che potrebbe sfociare in pazzia: padre Bertrand lascia l’ennesima lettera di Martin come ultima da sfogliare quel giorno perché – anche se sa da chi arriva la lettera e cosa contiene – risponderà solo dopo aver sbrigato tutta la corrispondenza “ordinaria”. Quando finalmente si decide ad aprire la lettera, il frate vi troverà solo pochi fogli. Se in passato aveva dovuto lottare con argomentazioni filosofiche, matematiche, fisiche, molto corpose – e a tutte aveva trovato punti fallaci che le smontavano – quella volta rimarrà sorpreso dalla semplicità della spiegazione. Ma la cosa che lo sconvolgerà più di tutte è che la dimostrazione è di una ovvietà sconcertante, oltre che palesemente corretta e inoppugnabile. Da qui si scatenano una serie […]