Cuore di tenebra (Conrad)
“Qualcosa deve restare. Le sue parole, almeno, non sono morte.” “Le sue parole resteranno” dissi. Prendiamo un uomo che ha voluto girare il mondo, un marinaio che insieme a pochi compagni si trova su uno yawl (imbarcazione a due alberi) in attesa che il riflusso li porti via dal Tamigi e li faccia entrare in mare aperto. Prendiamo il crepuscolo che cede sempre più alla notte. Diciamo che per riempire l’attesa si trova una storia da raccontare, ed ecco l’inizio di “Cuore di tenebra”. Marlow è colui che racconta, ed è anche il protagonista della storia. Una storia di quando era più giovane, di quando – bambino – Marlow sognava di conoscere un territorio inesplorato, nel cuore dell’Africa. Sogno che realizzerà quando sarà più grande, grazie alla colonizzazione di quei territori da parte della “Compagnia”. La “Compagnia” aveva mandato in africa diversi agenti col compito di colonizzare la zona, addirittura di studiare sistemi di “civilizzazione” dei popoli. Ben sappiamo, nella realtà, come la storia sia andata avanti, e ben descrive, Conrad, la faccenda: sfruttamento degli indigeni come schiavi (venivano pagati con perline, fili di rame, e roba simile) e per accedere alle grandi risorse di avorio presenti sul territorio. Marlov, grazie all’interessamento di una zia, riesce ad ottenere il comando di un vapore che solca uno dei fiumi che dalla costa si spingono verso la parte più centrale dell’Africa. Quasi dimenticavo: nel racconto non viene mai specificata la zona dove si svolge la vicenda, ma nell’introduzione viene indicata come l’ex […]