500 giorni

Cinquecento giorni. Cinquecento. Proprio oggi. E’ il tempo passato dal mio ultimo post. Chi lavora con i nuovi media (blog, Instagram, facebook, e tutti gli altri) sa che 500 giorni sono la morte per un blog. Se non pubblichi qualcosa tutti i giorni la gente ti dimentica. Ma non è lo scopo di questo blog il farmi ricordare. Casomai è quello di aiutare me a ricordare cosa leggo e cosa faccio. Chiedo però scusa a coloro che stanno provando a seguirmi, che 500 giorni di silenzio possono anche far preoccupare. Molto schiettamente e semplicemente: ho avuto un doppio blocco. Il blocco del lettore (pian piano ho smesso di leggere) ed il blocco dello scrittore (trovavo difficile completare alcune recensioni che avevo in corso). Ricominciamo. Non garantisco di pubblicare un post al giorno, ma cercherò di riprendere da dove avevo smesso: due recensioni da pubblicare, una ricetta (se riesco a ricostruirla), e qualche altra cosa. Insieme a tanta manutenzione da portare avanti su questo sito (in 500 giorni se ne aggiornano di cose). E poi vediamo come riusciamo ad andare avanti.

Super Sturmtruppen (Bonvi)

Con le Sturmtruppen – secondo me – sono necessarie ben tre “R”: Risate, Relax, Riflessione! Risate perché le avventure di questi pazzi soldati sono genialmente esilaranti (avvertenza: non leggere quando è notte fonda, col rischio di svegliare, a suon di risate, i vicini). Relax perché, dopo aver letto un po’ di strisce, ti senti meglio, più rilassato e in pace col mondo. Riflessione perché queste strisce sono nate come presa in giro dell’assurdità della guerra e di tutto quanto è collegato (con particolare attenzione alla de-umanizzazione del soldato, al rapporto fra superiori ed inferiori, all’assurdità nel seguire ciecamente il regolamento…). Se posso raccontarvi una cosa personale, alcuni elementi delle Sturmtruppen li ho ritrovati nella “naja”. Ho fatto il servizio di leva (quando era ancora obbligatorio) nel 1994 e devo dire che, per certi aspetti, è stato una bella esperienza (nuove amicizie, girato un po’ di italia, imparato cose a cui mai avrei pensato). Però ci sono alcune piccole cose (alcuni superiori, alcuni regolamenti, alcuni modi di fare) che sono pari pari come vengono descritti nelle Sturmtruppen: assurdi e senza senso. Non sto a dilungarmi su questo volume: è tutto da godere, pagina per pagina. Ci trovate oltre 1200 strisce (come è ben evidenziato anche in copertina 🙂 ) con alcune tavole “speciali”, qualche storia lunga e la nascita e la vita di “blob”, un personaggio nato sul campo di battaglia (anzi, in verità, nella discarica) delle Sturmtruppen e che poi ha preso vita a sé. Vi confesso anche, subito, che […]

Il segreto di Colombo (Massimo Polidoro)

Se vi piacciono le avventure per ragazzi, questo è un buon libro: la struttura di base è la classica caccia al tesoro, ma il contorno (tre ragazzi tanto vari quanto complementari, un’isola che non esiste, le spiagge tropicali, ed un personaggio misterioso) ne fanno un opera interessante ed avvincente, leggera quanto basta per l’età consigliata (6-10 anni) ma assolutamente intrigante. A me piacciono questi libri, anche se sono giusto un tantino fuori fascia. Proprio appena appena 🙂 La scusa per comprarli è che devo creare una buona biblioteca di lettura per quando mia figlia sarà grande (ma in segreto li leggo io, perché li adoro). Comunque, venendo alla storia, ci sono tre ragazzi (Viola, conosciuta alla scoperta de “Il tesoro di Leonardo“, dello stesso autore, e due fratelli suoi amici) che si trovano in vacanza alle Bahamas con le madri. Daniel, uno dei ragazzi, è appassionato di mappe antiche e conosce quasi tutto di Colombo, tanto da aver acquistato, tempo prima, da un rigattiere, una mappa dell’Isla Perdita che si dice disegnata proprio dal navigatore per tener traccia di un segreto. Non che il ragazzo abbia dato molto credito, all’epoca, al rigattiere, ma via via che la osserva scopre dettagli che fanno sembrare la mappa sempre più autentica. Un isola che nessuno ha mai visto, può esistere? Nessun marinaio ci è mai giunto, a parte Colombo e i suoi che la esplorarono? Chissà… intanto i ragazzi, dalla loro spiaggia, intravedono in lontananza un’ombra che assomiglia ad un isola sempre coperta […]

Un salto a Pisa per cercare Un Centro in Scozia

Sabato scorso, il 16 febbraio, ho avuto l’onore di partecipare, a Pisa, alla presentazione del libro Un Centro in Scozia, di cui ho parlato in un altro post. Conoscere l’autore di un libro che hai apprezzato è sempre bello, ma in questo caso è stato veramente speciale. Per tre motivi. (1) Ho conosciuto DUE autori (vabbè, pignoli: sono co-autori, ma son sempre due) al “prezzo” di uno 😉 (2) Ho scoperto una libreria gioiellino: piccola e accogliente, ma anche ben fornita. Peccato che la userò poco, essendo lei a Pisa ed io a Firenze 😮 (3) Ho avuto una parte attiva nella presentazione 🙂 Max e Mauri, gli autori di “Un Centro in Scozia”, appena li conosci di persona ti appaiono uguali a quelli che scopri nel libro: grandi amici, simpatici, scherzosi, allegri ed un pizzico pazzerelli (più Mauri che Max, direi). In qualsiasi occasione li avessi conosciuti sarei stato felice, ma questa è stata speciale. La presentazione si svolgeva a Pisa, alla libreria l’Orsa Minore. Son rimasto sorpreso da questa libreria perché nonostante appaia piccola, è ben fornita di materiale di (quasi) tutte le parti del mondo. Senza contare poi la simpatia del proprietario, che ci ha accolti come fossimo a casa sua. Non ho partecipato a molte presentazioni di libri, credo questa sia la terza. L’ho trovata diversa rispetto alle altre due esperienze: Max e Mauri ci hanno letto dei brani dal libro introducendoli, con essenzialità, dal punto di vista geografico (avevano con loro una mappa della Scozia) […]

Un centro in Scozia : in viaggio con i cacciatori di attimi (Maurizio Barilli & Massimiliano Zerbini)

Dopo il loro primo libro, Filo di Scozia, Max e Mauri stavolta ci portano alla ricerca di Un Centro in Scozia, senza però farci mancare location cinematografiche, panorami mozzafiato e nuove conoscenze. Dove sarà questo “Centro” che cercano? Quanto è difficile raggiungerlo? E che sorprese riserverà? Sarà un luogo mistico o magico dove poter scoprire il vero spirito Scozzese (e non mi riferisco al whisky)? Oppure un luogo dove vivere appieno quel carattere dolce e forte, accogliente e rustico degli scozzesi? E’ proprio grazie a “Filo di Scozia” che ho conosciuto Max e Mauri, gli autori e protagonisti di questi viaggi in Scozia. Il loro libro mi era piaciuto e mi sembrava giusto farglielo sapere, tanto più che il loro editore aveva pubblicato i loro indirizzi mail. Così mandai loro un messaggio linkando la mia recensione al loro libro, e loro furono contenti di averla ricevuta. Gentilissimi mi riscrissero, risposero ad alcune mie domande permettendomi di integrare la recensione, e tutt’ora ci sentiamo. E infatti sono stati loro ad avvisarmi della loro nuova fatica editoriale, quella di cui parliamo oggi. Ma, per chi ancora non li conosce, iniziamo a descriverli e a presentare il libro. Filmakers per passione, cinefili accaniti, amanti della buona musica, e, ho scoperto di recente, di vini e birre, decisero qualche anno fa di fare il loro primo viaggio in Scozia prendendo, come tema comune dei luoghi da visitare, le location cinematografiche. Viaggiando fra i set di vari film la loro amicizia maturava: sono amici di […]

Pulvis et umbra (Antonio Manzini)

Già detto che Manzini mi ha sorpreso? Conosciuto grazie alle serie in Giallo di Sellerio, mi sono affezionato al suo Rocco Schiavone, particolare tipo di antieroe che cercando di fare la cosa giusta (con una idea di giustizia un po’ personale) deve lottare col suo passato, le sue ombre, e i pugni di polvere che ti rimangono in mano quando tutto sembra sgretolarsi davanti a te. Mi son tanto affezionato al personaggio che ho visto anche la serie TV (io che di solito preferisco NON vedere film e telefilm ricavati da libri che ho letto) e l’ho trovata ben fatta (ne ho parlato qui). Sarà che l’attore che interpreta Schiavone (Marco Giallini) lo rappresenta proprio bene, sarà che Manzini stesso ha messo mano alla scenografia, sarà che l’impianto dei racconti è rispettato quasi completamente (rispetto ad altre serie che, a mio avviso, stanno diventando storie completamente diverse rispetto ai romanzi originali), fatto sta che mi piace tutto, al momento, delle vicende di Schiavone.  Però, secondo me, le storie di Schiavone sono da leggere d’inverno; non sono romanzi da portare sotto l’ombrellone. Perché il carattere musone del personaggio principale ti si attacca un po’ addosso, e tu ne esci un po’ intristito. E in questo racconto, forse, più di altre volte. Perché è un racconto di tradimenti, di falsità, di mancata giustizia. Siamo sempre ad Aosta, città dove il Vicequestore Rocco Schiavone è stato mandato a scontare non so (ancora) bene quale sua “marachella” lavorativa (a parte l’antipatia che ispira nei […]

La macchina del tempo (Wells)

Ancora una volta vado in deroga alle regole che mi ero imposto per il blog: mi sono comprato questo libro dopo aver visto (per la terza, forse, volta) l’omonimo film del 2002, dove il protagonista costruisce la macchina del tempo per salvare la sua ragazza uccisa durante una rapina. Non riuscendo, pur tornando continuamente nel passato, ad evitare la morte della ragazza, decide di viaggiare nel futuro per cercare di trovare delle risposte a questi suoi fallimenti. Finché non giunge in un mondo completamente estraneo al nostro, dove due razze (una che vive e lavora sottoterra ed una che vive in superficie) si fronteggiano per la sopravvivenza. Lo scontro finale porta l’inventore al cospetto di  un nemico che gli fa capire il perché dei suoi fallimenti: se l’inventore riuscisse a salvare la sua fidanzata non avrebbe più bisogno della macchina del tempo e allora non la costruirebbe, ma se non la costruisse non potrebbe tornare indietro a salvare la fidanzata. Una specie di legge di conservazione della “storia”: se una azione porta ad una conseguenza, e tu torni indietro a cambiare quell’azione per ottenere una conseguenza diversa, la Storia applica una reazione per far tornare la conseguenza originale ed evitare un paradosso. Uhm, insomma, ok… mi sa che l’ho spiegato abbastanza male, vero? Chi può spiegare meglio commenti pure! Il libro è meno romantico: non ci sono fidanzate da salvare né eroici atti che servono a vincere una battaglia impari. Ciò che guida l’inventore a costruire la macchina e a usarla è […]

A bocce ferme (Marco Malvaldi)

Non so, forse è una mia impressione ma lo stile del Malvaldi mi sembra un buon chianti: già gustoso di suo, ma che con un po’ di “invecchiamento” diventa ancora migliore. Mi è parso di scorgere meno spigolosità e più morbidezza in questo giallo. Pur mantenendo tutte le vecchie caratteristiche (sagacia, ironia, sarcasmo). Forse si trovano meno battute sparate a mo’ di fuoco di artificio, ma la loro potenza, il loro botto, mi è sembrata distribuita in tutto il romanzo. Insomma, io pensavo Marco avesse pochi margini di miglioramento, ed invece mi ha sorpreso. Ho gradito molto questo romanzo (se non si era capito) per due motivi (oltre ai soliti). Il primo l’ho indicato sopra: più morbidezza ma senza perdita di forza. Il secondo è dovuto alla storia stessa. Non storia intesa come romanzo, ma storia dei personaggi: si riesce a sapere qualcosa di più sia dei nonni sia di Massimo stesso. E, aggiungo come bonus, un terzo motivo: mi è sembrato più equilibrato anche nel dividere i compiti fra i personaggi (agli inizi troppo Massimo e pochi vecchietti, poi troppi vecchietti e poco Massimo, ora ognuno ha il suo giusto spazio). Poi, ovviamente, queste sono mie impressioni. Sia che le vostre concordino con le mie, sia che siano totalmente opposte, fatemi sapere, attraverso i commenti, cosa ne pensate. La storia comincia con un morto che  confessa un omicidio, e già le cose si fanno complicate. Il morto ha aggiunto nel suo testamento la confessione e la vicequestore Alice è […]

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