Scacco a Dio (Roberto Vecchioni)

“Le storie ribelli di chi vuol essere altro da sé” Che Vecchioni mi appassionasse mi sembra di averlo già detto nei precedenti post. E’ soprattutto l’uso che fa della parola, della lingua italiana, che adoro: riesce a scrivere cose interessanti in forme interessanti senza essere troppo alto, troppo intellettualoide, senza usare termini troppo incomprensibili. Certo, qualche volta ci scappa un termine per cui sono costretto a cercare il significato sul dizionario, ma nel complesso riesco a leggere i suoi libri abbastanza speditamente. Come è successo per un altro suo libro (“Viaggi del tempo immobile”, letto e recensito su Ciao.it perché ancora non avevo aperto il blog…), e come succede anche con le sue canzoni, nel libro troviamo storie di personaggi realmente esistiti, storie rivisitate da Vecchioni, narrate dall’immortale Teliqalipukt e ascoltate da un Dio che si presenta ora pittore, ora acrobata di circo, ora cuoco… Il pretesto per la struttura del libro è una “presunta” crisi di Dio: un dubbio sul perché gli uomini Gli sfuggono. Come Vecchioni fa dire a “Dio” stesso: “Sembra quasi che lo facciano per farmi dispetto, gli uomini: arrivati ad un certo punto è come se s’incidessero un’altra linea della vita sulla mano. No, non parlo di peccati, quelli son minuzie: dico il corso del loro destino. E’ come se in un’immaginaria scacchiera non accettassero più le diagonali di un alfiere, i salti di un cavallo, le rette di una torre. E spacciano questa falsa libertà per uno scacco a me, uno scacco a Dio. […]

Di sogni e d’amore (Roberto Vecchioni)

Poesie 1960-1964 Che Roberto Vecchioni mi piacesse come scrittore lo avrete capito se avete letto i miei precedenti post… Che trepidassi, allora, nell’attesa di questo libro vi risulterà ovvio. E’ uscito da poco, e appena uscito l’ho acquisato. Si tratta di poesie che Vecchioni ha scritto fra il 1960 ed il 1964, in un momento un po’ di crisi (da quello che si evince nelle intrduzioni). Roberto stesso ha detto che il libro è stato un po’ una sorpresa: la madre ha conservato queste poesie a sua insaputa, e un amico (non ho capito bene se è lo stesso editore: Frassinelli) le ha raccolte ed ha fatto uscire il libro praticamente insieme all’ultimo album del cantautore (Di rabbia e di stelle – già acquistato anche quello). Sulle poesie non me la sento di esprimermi: non sono un esperto. Posso però dirvi che mi emozionano. Ma vi confesso anche che ciò accade un po’ con tutte le poesie che mi capita di leggere. Certo: sono un po’ influenzato dalle canzoni di Vecchioni (che considero poesie), soprattutto dalle immagini che riesce ad esprimere con poche parole – come se in poche pennellate riuscisse a dipingere un quadro complesso. Non vi dico, quindi: “questa poesia è bella, quest’altra è brutta”. Non ho le competenze per farlo. Però a me piacciono. Non ho ancora finito il libro: me lo gusterò con calma. Per questo ho preferito scrivere adesso il post, ancora col libro a metà. Continuerò a leggerlo piano piano… una poesia o due ogni tanto, quando mi sento nello spirito […]

Il libraio di Selinunte (Roberto Vecchioni)

La storia di un paese che perde il significato delle parole. E’ una favola, quella che Vecchioni racconta per voce di Nicolino. “Una favola che parla al cuore e al cervello” come si legge sulla copertina. L’ambientazione è Selinunte, piccola cittadina siciliana incastrata fra l’azzurro del mare ed il blu del cielo, ed adornata da alcuni ruderi greci. In un passato che ha il sapore di un’altra epoca, ma che è invece più recente di quello che si pensa, Nicolino è un fresco adolescente che assiste alle vicende di un nuovo libraio che si installa in città. Persona strana nell’aspetto, piccolo, quasi repellente tanto che tutto il paese cerca di evitarlo (negozianti compresi), il libraio sembra – fatto che lo rende ancor più strano agli occhi della gente – che non voglia vendere i libri ma solo leggerli. Ed inizia, appunto, un ciclo di letture: la prima sera alcuni curiosi partecipano, ma è l’unica volta in cui le “letture letterarie” organizzate dal libraio possono vantare un pubblico “palese”. Ma il libraio non si scoraggia e continua nel suo ciclo. Incuriosito dal personaggio Nicolino inizia a partecipare alle letture sgattaiolando dentro il negozio del libraio e nascondendosi dietro alcune pile di libri. E le parole lo affascinano. No, non tanto le gesta epiche di eroi raccontati dalla voce del libraio, ma proprio le parole: iniziano ad avere uno spessore, una consistenza, un peso che si fa strada nell’animo di Nicolino fino a portarlo ad architettare un “inganno” per poter continuare a […]

E disse (Erri De Luca)

I “dieci comandamenti”, le “dieci Parole”, accolte da uno straniero che segue il popolo ebraico Nella sua passione per l’ebraismo (e per la lingua ebraica) Erri De Luca ci porta in un altro dei suoi viaggi nella storia del popolo ebraico, ed in particolare in quel momento dell’esodo che vide la consegna dei 10 comandamenti (come li chiamiamo noi), o meglio delle “dieci parole” (come indicato da una più precisa traduzione). Tutti li abbiamo presenti, dato che veniamo da una cultura cattolica. Magari non ricordiamo la formulazione precisa o l’ordine insegnato a catechismo, ma tutti sappiamo che esiste un “non rubare”, un “non desiderare”, un “non uccidere”… Ma De Luca ci riporta all’origine di essi. Certo, un origine un po’ romanzata, con un Mosè che scende dal Sinai (o Hòrev, come è chiamato in ebraico) disidratato, quasi rotolando, mezzo morto… E’ suo fratello che si prende cura di lui, e lui, talmente inebriato dalla divinità, non riesce più a capire o a riconoscere niente (la bibbia stessa dice che il suo volto riluceva quando discese dal monte, e Michelangelo mise in testa al suo Mosè dei coni che dovevano rappresentare questa luce, ma che qualcuno ha scambiato per “corna”). Ma alla fine Mosè ricorda cosa la divinità ha detto, e pronuncia quelle frasi a voce alta, in fronte a una parete rocciosa. E le parole, così forti e così inossidabili, si scolpiscono nella roccia al suono della sua voce (qualcuno dice addirittura di aver visto il dito di Dio inciderle), […]

Il libraio di Selinunte (reprise)

Post brevissimo (ci provo). Ho riletto “Il libraio di Selinunte” di Vecchioni (vedi mio precedente post) e, se possibile, l’ho trovato ancora più bello. L’idea che il mondo perde senso quando sono le parole a perdere senso la trovo magnifica: solo attraverso le parole riusciamo a comunicare in modo pieno (seppur, comunque, imperfetto), e quando queste si svuotano tutto quello che sappiamo, conosciamo, tocchiamo, vediamo perde senso, non è più spiegabile. Attenzione: per “parola” non intendo solo la sua espressione sonora, ma anche scritta, cantata, espressa coi gesti. Ripensavo, mentre riflettevo sul potere della parola, ad un “cameo” di Beppe Grillo in “Libera la mente” di Giorgia che riprende lo stesso tema: Non han più senso le parole / le parole quando scardinano le parole quando tu sei abituato a una parola come concetto hai un pensiero dietro la parola se mi cambi il significato di quella parola lì mi cambi un concetto mi cambi il mondo davanti e io rimango senza armi, come un ebete Fonte (testo completo canzone): http://www.angolotesti.it/G/testi_canzoni_giorgia_143/testo_canzone_libera_la_mente_feat_beppe_grillo_863135.html Una cosa che non avevo notato la prima volta: i personaggi forse più cari a Nicolino (o almeno quelli che lo aiutano in questa avventura) sono lo zio Nestore, sempre silenzioso e – in contrasto – il libraio, ricco di parole. Lo zio Nestore sostituisce Nicolino nel letto quando questi va dal librario: il silenzio (dello zio) legato al sonno, l’inattività, (la morte?) contro il suono, la parola, legati alla vita, alla crescita. Interessante, molto interessante…

La mia distanza dalle stelle (Giuliana Pitti)

Diario di un nobile alla ricerca del significato dell’amicizia Nonostante si tratti di un piccolo libricino di appena 60 pagine, questo racconto è bello denso. Me lo ha consigliato un’amica che conosce l’autrice e – devo dire – sono contento di aver seguito il suo consiglio. Giuliana Pitti è una scrittrice emergente (almeno da quanto ho capito ha partecipato a qualche concorso letterario – arrivando anche bene – e questo è uno dei suoi primi libri veri e propri) e sembra avere tutte le carte n regola per arrivare in alto. Il libro è una specie di diario di “Niko” Baldini (vedi su facebook), un ragazzo nobile di nascita e con un nobile animo. Crede nell’amicizia, e vive per quella, soprattutto verso due suoi amici: Lami e Albè. E’ proprio perché questa amicizia sembra decaduta (Albè è a giro per il mondo, Lami è completamente cambiata) che Niko inizia a tenere un diario: è l’esigenza di “mettere in ordine questo caos di emozioni che ho dentro”. Certo, l’amicizia… ma tante emozioni sono dovute anche alla famiglia Baldi Sempini, di nobili origini. Una madre più manager che mamma, un padre più assente che babbo (ed anche quando è presente non è che si faccia notare molto), convenzioni e impalcature per rafforzare l’idea di nobiltà. Come la storia del doppio nome (Niko in realtà si chiama Ludovicomaria, le sorelle Annamatilde e Vittoriasara), che legato al doppio cognome fa sembrare più nobili… C’è un subbuglio dentro NIko: perché i suoi due amici sono […]

Il peso della farfalla – Visita a un albero (Erri De Luca)

Storia di un cacciatore e di un camoscio che si re-incontrano alla fine dei loro giorni Il piccolo libretto che prende, in copertina, il titolo del primo racconto (Il peso della farfalla) è nello stile di Erri De Luca, nel senso che finora ho sempre visto pubblicare per l’autore piccoli libretti, con uno o più racconti, tutti di circa 100 pagine. “Visita a un albero” prende solo 9 pagine ed è un omaggio che De Luca fa ad un “cirmolo”, un parente dell’abete, nato sul bordo della montagna. L’autore racconta le sue soste sotto l’albero, ed il saluto al mondo fatto a cavalcioni del tronco coi piedi che penzolano nel vuoto della valle. Più che un racconto, appunto, è un omaggio ed un ricordo di un albero che ha “cullato” l’autore, a volte lo ha ispirato ed è diventato un punto fisso delle sue escursioni in alta montagna. “Il peso della farfalla” è a metà fra una favola ed una riflessione esistenziale. Potremmo definirla una favola per adulti. I personaggi sono due: un grande camoscio, re del branco, talmente grande che gli altri camosci non tentano neppure di sfidarlo. Ed un vecchio cacciatore di camosci, un tipo solitario, cresciuto in montagna, molto schivo ma anche profondo conoscitore di ogni centimetro di quel territorio. La “favola” potrebbe benissimo essere ambientata in un qualsiasi periodo dell’era moderna: io ho preferito pensarla ambientata ai tempi nostri, ma quadrerebbe anche se traslata di 50 anni indietro. Si conoscono da tempo il camoscio ed il […]

L’amore a Londra ed in altri luoghi (Flavio Soriga)

Storie di uomini e donne che si lasciano o si rincontrano, si abbracciano e si abbandonano; storie di solitudine, di compagnie di una notte, di ricerca per tutta la vita. Ci sono cose, piccole cose, che ogni tanto ti fanno piacere. A me è successo pochi giorni fa: vengo contattato per sapere se mi interessa ricevere il libro oggetto di questo post. So che è successo ad altri blogger e che è una pura operazione commerciale per far conoscere lo scrittore, ma mi fa piacere esser stato contattato: significa che il mio blog è conosciuto più di quanto mi sarei aspettato… Insomma, mi hanno spedito il libro (gratuitamente) ed io l’ho letto. Dico subito che se pensate che ci siano accordi particolari (tipo “devi parlare bene del libro”) non è affatto così: ho chiesto spiegazioni su cosa ci si aspettasse da me e mi hanno assicurato che sono prima di tutto liberissimo di scrivere o non scrivere un post e, in secondo luogo – se decido di scrivere del libro – la mia opinione deve essere libera. Io mi sono dato alcune regole, e cioè che ogni libro merita di essere almeno sfogliato (sennò non si potrebbero conoscere nuovi autori e nuovi capolavori) e, se sfogliato, merita almeno due parole sul mio blog. Ecco, quindi, che scrivo – appunto – due parole su questo libro. Iniziamo subito col dire che il libro è una raccolta di 8 racconti, alcuni corti meno di 10 pagine (Autunno, Sud, Candele), altri più corposi […]

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