Idiosincrasie italiche 2.0 (aggiornato)
Niente libri né ricette stavolta, ma una vicenda personale – semplice, piccola, assolutamente secondaria – che mi fa sorridere di un sorriso amaro, lo stesso che provo quando ho a che fare con la burocrazia… Prologo. Devo rinnovare la mia patente di guida. Decido di farlo tramite una autoscuola: niente di più semplice. Fissi, ti visitano, confermano che è tutto Ok e la tua patente viene rinnovata. E ti dicono che verrà stampata una nuova tessera che sostituisce la vecchia (niente più adesivo, coi nuovi dati di scadenza, da appiccicare sopra). Mi dovrebbe arrivare in due giorni. Sorpreso chiedo: in due giorni? E mi spiegano che grazie alla nuova procedura telematica, appena il dottore da l’Ok parte la stampa della tessera che verrà inviata con raccomandata assicurata al proprio domicilio. Quasi in tempo reale. Ma, per coprire questi due giorni (anche se la vecchia patente sarebbe stata ancora valida), mi danno un foglio che certifica che sono in regola e la patente mi sta arrivando. Ganzo! Finalmente un pezzo di Italia che funziona, dove la tecnologia semplifica la vita. Ne ho viste di cose cambiare negli anni, e alcune sono state molto semplificate. Sono fiero di questa Italia che sta cambiando: ancora ne deve fare di strada, ma almeno ha iniziato a percorrerla. Felice esco dall’autoscuola. Senza immaginare che possa esistere – insidiosamente nascosto in qualche ingranaggio – un “però”. Il colpo di scena “Io lavoro e penso a te” (in auto, recandomi al lavoro, cantavo Battisti pensando alla mia […]