La concessione del telefono (Andrea Camilleri)
Vai a seguire in biblioteca una chiacchierata su vari libri (fra cui alcuni di Camilleri) e ti leggono un piccolo estratto di questo. Piccolo ma molto curioso, tanto che ti vien voglia di prendere il libro e leggertelo tutto… Si tratta di un romanzo di Camilleri ambientato nei soliti luoghi di Montalbano (Vigata e Montelusa, con una capatina a Palermo) ma in un periodo molto precedente, cioè a fine ottocento. Racconta Camilleri stesso (potete leggerlo anche nel sito dell’editore) di aver trovato un vero atto amministrativo per una concessione a fini privati di una linea telefonica. Un romanzo in parte storico (oltre al vero atto amministrativo, Camilleri include nella storia personaggi veri, realmente esistiti) e in parte inventato di sana pianta (storie, dialoghi, piccoli fatti), ma sicuramente di una godibilità estrema. La prima cosa curiosa che mi ha colpito del romanzo è la sua struttura. Non è il classico racconto in cui i fatti vengono raccontati da un narratore e arricchiti, quando serve, dai dialoghi. Vengono, piuttosto, messe in fila cose scritte e cose dette: documenti, lettere, atti, articoli di giornale, intervallati da alcuni dialoghi fra i protagonisti. In questo alternarsi di “cose scritte” e “cose dette” sta tutta la vicenda. La storia è semplice: Filippo Genuardi, piccolo commerciante, vorrebbe far costruire una linea telefonica per mettere in comunicazione il suo magazzino con la casa del suocero. Inizia quindi a scrivere al Prefetto del luogo, il quale prende a male un errore di scrittura. il tizio è un po’ strano e crede che il Genuardi lo stia prendendo […]