Buchi nella sabbia (Marco Malvaldi)

Anche in questo caso ci ho messo un po’ a scrivere la recensione, come per la precedente… Ma in questo caso non perché sia rimasto insoddisfatto, ma piuttosto per questioni pratiche (avevo, appunto, l’altra sulle spalle, oltre una serie di cose da fare) e tecniche (volevo verificare qualcosa). Sapete che Malvaldi mi piace “un casino” (tanto tanto tanto) e che mi compro (quasi) tutti i suoi libri. Ha un modo di scrivere che adoro, mette ironia nei personaggi, ti fa ridere. Il suo successo è certificato dal gran numero di copie vendute, sempre, e dalla serie TV dedicata ai “Delitti del BarLume” (che ancora non ho visto sia per motivi tecnici – non ho sky – sia per motivi ideologici – salvo rare occasioni preferisco non vedere film di libri letti; ma in questo caso potrei fare una eccezione 🙂 ). Però stavolta non son rimasto contento al 100%. Prima di tutto perché il libro aveva un difetto (una pagina piegata e “cucita”, che mi ha costretto ad uno strappo della stessa, per poter leggere ciò che era nascosto nelle pieghe): cose che capitano, certo, ma non me l’aspettavo da Sellerio, che è solito produrre materiale di ottima qualità. Ovviamente potevo riportare il libro dove l’avevo preso, ma mi ha fatto fatica e, in fondo, il testo si leggeva tutto (son rimasti nello strappo solo 5 caratteri a fondo pagina, rimane una scocciatura ma il testo è perfettamente comprensibile). Il secondo motivo è che la costruzione della trama è, per certi versi, simile ad altri, […]

Il rosso e il nero (Stendhal)

Eh sì, i classici attirano sempre. Solo che a volte si rischia di rimanerci un po’ fregati. Da tempo mi girava in testa un titolo di Stendhal: “la Certosa di Parma”, e trovarlo (insieme a “Il rosso e il nero”) in un volume a soli 9,90 Eur si è trasformato in una attrazione fatale. L’edizione è quella de “I Mammut” di Newton Compton Editori, e si avvale probabilmente di traduzioni un po’ vecchie e di materiale a cui è scaduto il copyright (almeno è quello che immagino). Ecco, appunto, veniamo subito al dunque. Di per sé questa versione (traduzione) de Il rosso e il nero, non è un cattivo prodotto. Ma andava bene per mio nonno. Incrociando i dati sulla copertina e quelli di Wikipedia (vedi pagina Wikipedia dedicata al libro, sezione “principali traduzioni“) si tratta (sembra) di una traduzione del 1913, e i termini usati, i modi di raccontare e tanti piccoli dettagli confermano questa ipotesi. Che, per carità, può anche essere una scelta editoriale: la volontà di dare quello stile che ricalca il periodo raccontato (in fondo si parla del 1830). Parlo per gusto personale: mi è sembrato un romanzo antico e, per certi versi, questa “antichità” gli ha dato una certa pesantezza. Ne ho letti altri di romanzi “antichi” e pesanti (Le affinità elettive, La montagna incantata, tanto per citarne alcuni) ma non ho mai avuto la sensazione provata con questa opera. Non sto a raccontarvi la storia: potete ritrovarla su Wikipedia. Vi faccio solo un accenno: Julien Sorel, […]

Malvaldi primaverile :-)

Aprile 2016… Segniamoci la data, o noi tutti appassionati di Marco Malvaldi. Perché in quella data uscirà un nuovo capitolo della saga del BarLume (sì, oggi voglio scriverlo “tuttattaccato”, perché, in fondo, non è forse così che va inteso?): “La battaglia navale”. So poco della trama e sul sito Sellerio (l’editore storico di questo prolifico autore) non si trova ancora niente. Neppure sul sito del fan club Malvaldi ancora non si vede niente (anche se ho saputo la cosa da alcuni tweet legati al fan club). L’unico accenno che ho visto per ora è su Amazon (e su altri siti di vendita libri, ma praticamente viene detto in tutti la stessa cosa). C’è una unica certezza: Pinetina sta diventando più scalognata di Cabot Cove, la cittadina dove vive ed opera Jessica Fletcher. Forse questa estate mi conviene allontanarmi un po’ da quella zona vacanziera 😉 Comunque: ne “La battaglia navale” i vecchietti (sfrattati dal Barlume, dove sono in corsi lavori di ristrutturazione) dalla loro nuova postazione nel parco sono chiamati ad aiutare la commissaria Alice nelle indagini sul corpo di ragazza trovato morto sulla spiaggia. Amazon dà disponibile, per ora, solo il formato Kindle, e lo indica scaricabile dal 21 aprile a 9,99 Eur. Uhm… supponendo che nella stessa data esca anche il cartaceo… facciamo due conti… poco meno di 100 giorni alla lettura di questa nuova avventura. Praticamente come la “stecca” della naja, quando si contavano uno ad uno gli ultimi 100 giorni prima del congedo 🙂

“Book a book” – scrittori crowdfunded

Post breve per aspiranti scrittori. Ho sentito parlare stamani alla radio del progetto “book a book” e mi ha incuriosito, così ho dato un’occhiata. Si tratta di un sito internet (e delle persone e dei progetti che ci stanno dietro) dedicato al mondo letterario e che vuol proporre, fondamentalmente, due cose: al lettore la possibilità di leggere una anteprima del libro e decidere se finanziarlo allo scrittore di mettere in campo il suo testo (romanzo, saggio, manuale, raccolta o quel che è) e farsi finanziare la pubblicazione Il sito si chiama Bookabook.it e tutte le spiegazioni le lascio alla sua pagina “Come funziona“. La differenza che ho trovato da altri siti che permettono agli scrittori di pubblicare i propri libri (ne cito uno solo per esempio: lulu.com) è nel progetto editoriale stesso. Mi sembra di aver capito che in questo progetto, se il libro riceve il finanziamento dai lettori, c’è poi tutto un lavoro di editing per farlo diventare qualcosa di concreto sia in cartaceo che in digitale. E lo scrittore non deve sborsare niente (o quasi niente) perché tutto il lavoro viene finanziato dai lettori che trovano piacevole l’anteprima e finanziano il progetto. probabilmente c’è anche una minima selezione in ingresso (cioè, non tutti i testi che arrivano ricevono la “dignità” di opere da finanziare e forse pubblicare). Su altri siti di editoria personale, invece, se ricordo bene tu puoi pubblicare il tuo scritto, ti fai la pubblicità e la gente lo compra. Magari in qualche caso leggendo prima l’anteprima. […]

La realtà non è come ci appare : la struttura elementare delle cose (Carlo Rovelli)

Breve post, ma non per “colpa” del libro: l’argomento (per gli addetti al settore o quantomeno per i curiosi della materia) è interessante, ma il post sarà breve perché non ci sono trame da svelare o intriganti intrecci da proporre. Insomma: non è un romanzo ma si avvicina molto al saggio, quindi per forza di cose sarò breve e un po’ impreciso (se non lo fossi mi toccherebbe spiegare varie cose, e diventerebbe un post lungo, noioso e molto più impreciso). Iniziamo subito col dire che l’autore è una delle eccellenze mondiali nella ricerca sulla fisica quantistica, principale artefice della linea di ricerca in gravità quantistica a loop. E nel libro parla proprio di questo, ma non descrivendo la sua ricerca con formule e teorie comprensibili solo agli addetti al settore, ma accompagnando il lettore in una scoperta graduale dello stato dell’arte della ricerca odierna. “La struttura elementare delle cose”, il sottotitolo del libro, è proprio l’oggetto finale di questa ricerca e Carlo ci accompagna verso di esso a piccoli passi, partendo, addirittura, dai classici (Democrito, Anassagora, la scuola di Mileto – solo per citare in ordine completamente casuale qualche riferimento inserito nel libro), passando alla fisica che usiamo giornalmente (Galileo, Copernico, Newton) e concludendo con le conoscenze più moderne (Einstein, Planck, Heisenberg e tanti altri grandi teorici della “quantistica”). Avevo già letto, di Rovelli, le “Sette brevi lezioni di fisica” apprezzando il modo di spiegare semplice ma preciso. E questo stesso modo l’ho ritrovato qui, in questo volume. Devo dire che (specialmente gli ultimi capitoli) […]

Ognuno potrebbe (Michele Serra)

Incuriosito da una intervista radiofonica con l’autore, mi son convinto a prendere questo libro. In realtà c’è un dettaglio che mi aveva colpito, quando l’autore – raccontando il libro – cita l’”egofono” e spiega che è una traduzione letterale di un certo smart phone (si può anche dire: iPhone, della Apple). Insomma, mi incuriosiva questo personaggio narrato che puntigliosamente punteggiava tutte le “i” che gli passavano davanti… Ed ho comprato il libro. Ma, sarà che il periodo non è dei migliori, per me, per la lettura, sarà che forse ero un po’ stanco, confesso che il libro non mi ha lasciato né caldo né freddo. Scritto bene, tutto in prima persona, una storia che scorre, un personaggio (oserei dire) ben definito. Però, forse, non era adatto per me in questo momento. E’ il racconto di un periodo indefinito di tempo (potrebbero essere poche settimane come pochi mesi, ma sicuramente non più di metà anno) di un ricercatore universitario, antropologo, impegnato in un progetto di ricerca sull’esultanza dei calciatori. Che detta così parrebbe roba seria, invece si ritrova, tre volte a settimana, col suo collega (precario universitario come lui – come si definiscono) a visionare e catalogare scenate più o meno fantasiose di calciatori dopo che hanno segnato il gol. Si chiama Giulio, vive ancora con la madre e ha una fidanzata, Agnese, che gli dice di essere un rompiballe stabile perché, appunto, puntualizza su tutto. In una pianura industriosa del nord Italia, dove il lavoro degli anni passati lascia, adesso, solo capannoni […]

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