Finalmente, dopo un po’ di tempo lasciato a candire, eccomi a parlare di questa opera postuma di Faletti. Come raccontato nel precedente post si tratta di qualcosa che Giorgio aveva tenuto in un cassetto in attesa di dare qualche limatina e piccole aggiustature.
Non è un romanzo, ma piuttosto una favola, nello stile (permettetemi l’accostamento) del Piccolo Principe. Il personaggio principale è, appunto, una piuma bianchissima che vola in vari ambienti e cerca una persona speciale, che possa credere in lei, per mostrarle un tesoro magnifico. E nel suo cammino incontra vari personaggi, tutti indaffarati in faccende molto terrestri da non accorgersi di lei o da soffiarla via infastiditi. Fino a che la piuma non trova una persona speciale…
Perché l’ho accostata al Piccolo Principe, direte voi? A mio avviso ci sono due elementi che nei due racconti vanno paralleli. La piuma, come il Piccolo Principe, si sposta e scopre mondi nuovi. E nel farlo indaga l’animo umano. In questo secondo elemento il Piccolo Principe è più complesso e completo: indaga sé stesso (nel rapporto con la rosa e con la volpe) e indaga gli altri (quando incontra i personaggi nei vari pianeti). La piuma, invece, osserva solo i mondi dove si trova, e aiuta il lettore a percepire le sensazioni emanate dalle persone che incontra (allegria, sofferenza, tristezza, noia, sete di potere).
Sembra quasi che Giorgio abbia voluto indagare l’animo umano (un po’ lo aveva fatto anche nei suoi romanzi) fornendoci delle “fotografie”, dei brevi incontri con i personaggi che ci presenta: ognuno di loro può rappresentare un aspetto di noi, una sfaccettatura del nostro animo.
Che Faletti fosse una persona molto sensibile, in grado di esprimere poesia, lo sapevo di già. Sembrerà strano, ma si percepiva anche nei suoi personaggi comici: ti facevano ridere ma ti lasciavano sempre un pizzico di amaro in bocca. Come se riuscisse a renderli umani. O con la canzone “Signor Tenente” che portò a Sanremo nel 1994, con cui la gente si accorse che in lui era presente molto più che il cabarettista del programma TV Drive In. Questo libro oscilla fra favola e poesia: non è solo favola, non è completamente poesia, ma un qualcosa di più che fonde le due cose. Anche in questo somiglia al Piccolo Principe.
Immagino che chi ama l’autore abbia già letto il racconto e ne sia stato preso, come la piuma viene presa dal vento, come l’ultimo personaggio viene preso dalla piuma. Confesso che a me sarebbe piaciuto che Giorgio avesse avuto la possibilità di estenderlo, di aggiungere altri personaggi, da acuto osservatore qual’era. Non compratelo pensando sia qualcosa di leggero: anche se le pagine son poche (un’ottantina) serve qualche giorno a concluderlo, perché è necessario far decantare i personaggi che si incontrano.
Unico neo (lo so, divento ripetitivo) è il prezzo: 13 Eur… So che ne vale la pena, so che è un titolo da tenere nella biblioteca personale, ma son tanti: con un euro in più leggo 6 racconti per circa 200 pagine (gialli Sellerio). Certo: la qualità è ottima e ci sono le illustrazioni di Fresu che arricchiscono il tutto, ma prezzi simili costringono ad una forte selezione dei libri da comprare, e questa cosa a me pesa.
Buona lettura.
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