Uff… no, non è per il libro (che, comunque, è un mattoncino di oltre 300 pagine), ma semplicemente perché sono ancora calato in un periodo intenso sia per lavoro che per altri motivi. Sono contento, sì, ma a volte mi tocca rimandare alcune cose. Come questo post, che pubblico un mese dopo aver finito il libro.
Come successo in passato con altri libri dello stesso autore (tipo “Le bugie nel carrello“) mi trovo a dover scegliere fra fare un post più esaustivo (che analizzi ad uno ad uno i vari capitoli dell’opera) oppure un post breve, che descriva semplicemente perché lo consiglio e dando solo generiche indicazioni senza entrare troppo nel dettaglio. Siccome sono per natura pigro ma, soprattutto, dato che sono le 23 passate, penso che opterò per la seconda opzione.
Cosa si trova nel libro? Un po’ di scienza, di quella vera. Se avete letto altri miei post sui libri di Dario sapete già come la penso. Ma riassumo per tutti il concetto: Bressanini è uno scienziato che analizza (misura, controlla, verifica) i fatti e ci porta a conoscere meglio alcuni argomenti. Fornisce al consumatore più consapevolezza rispetto alla merce che va ad acquistare.
Ma quali sono questi fatti ed argomenti? Potrei rispondere con un’altra domanda: quali sono le mode più in voga nel consumo di cibo? Salutismo e Bio (cibo biologico). Superficialmente si potrebbe pensare che Dario affronti nel libro le tematiche Bio (e, sempre superficialmente, potrebbe sembrare che si scagli contro i cibi biologici) ma l’autore, piuttosto, cerca di farci conoscere i vari aspetti di tante affermazioni che spesso troviamo sulle confezioni dei prodotti o nei comunicati stampa.
Detta in altre parole, nel libro si parla di bufale, sì, ma non riferendosi alla buonissima mozzarella quanto piuttosto a varie bugie, a molti “non detto”, a certi allarmismi che circolano sul web e a volte anche sulle testate nazionali.
Diciamo subito, appunto, che Bressanini non è contro il Bio, ma piuttosto contro la moda di sfruttare questo marchio per vendere meglio, a prezzo più alto, prodotti con pari caratteristiche. Leggendo i dati di alcuni studi fatti con crismi scientifici (l’autore riporta sempre i riferimenti per poter andare a leggere lo studio in questione) si scopre che, in generale, la terra coltivata con tecniche bio è più viva, ma che rende meno. Ma anche che molti prodotti non hanno differenze sostanziali rispetto ai simili coltivati non bio. Non ci sono, per esempio, dosi massicce in più di vitamine o sali minerali. Per fare un esempio: il confronto a doppio cieco fra un vino bio ed uno non bio (con caratteristiche simili) non fa risaltare l’uno rispetto all’altro. Detta in parole povere: se amo la filosofia bio faccio bene a comprare prodotti bio, ma se penso che un prodotto bio abbia nutrienti (sali minerali, vitamine, fibre o altro) in quantità maggiori rispetto ad un non bio, bè dovrei ripensarci un po’.
Nella prima parte del libro Dario analizza come nascono le notizie e come la distorsione giornalistica le trasforma in allarmi o annunci spettacolari, contribuendo, volontariamente o involontariamente, alla disinformazione generale. Nella seconda parte l’autore analizza più l’aspetto nutrizionale degli alimenti. E’ in questa parte che parla degli esempi fatti prima (bio vs non bio) piuttosto che della spesa a km zero o dei pesticidi su frutti e verdure. Nella terza parte si portano tutti questi elementi a tavola e si analizza il rapporto fra cibo ed uomo, sfatando qualche mito e smontando qualche notizia allarmistica. La quarta parte (aggiunta a questa nuova edizione) parla di tutto quello che riguarda il biologico.
Se volete avere una idea di cosa parla il libro potete visitare il blog dell’autore: buona parte del libro è nata da articoli che già aveva pubblicato sul sito o su giornali. Ma il libro non è un “copia ed incolla” degli articoli (anche se qualcosa si ritrova) quanto piuttosto una analisi più approfondita di qualcosa iniziato sul blog.
Personalmente devo dire che ho trovato, in questo libro, circa il 40% di materiale già letto (sono un avido divoratore dei suoi libri ed articoli). Ma non ho ritrovato mai la stessa frase letta in altri libri. Varie cose sul bio – per fare un esempio – le avevo già trovate fra “Le bugie nel carrello” e qualche articolo sul blog. In questo libro, però, sono rielaborate e non provi mai la sensazione di “questo l’ho già letto” quanto piuttosto quella di “questa l’ho già sentita ma questo dettaglio non lo conoscevo”.
14 Eur non sono pochi. E’ vero che sono oltre 300 pagine dense di informazioni. Ed è vero che dopo averlo letto, potresti risparmiare qualcosa sulla spesa. Però mi piacerebbe chiedere all’editore di avvicinare il prezzo di copertina il più possibile ai 10 euro, il che – probabilmente – garantirebbe anche una maggior diffusione.
Buona lettura (e buona notte)
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