Piccole storie di un piccolo popolo…
Nutro – lo ammetto – una certa curiosità e simpatia verso il popolo ebraico (e, attenzione, parlo di popolo ebraico, che non coincide col popolo israeliano). Sarà per il background biblico che ho, o forse per alcune (presunte) affinità con i caratteristiche che ritengo simpatiche. Intendiamoci, un uomo è un uomo in qualsiasi popolo: c’è la persona cattiva come c’è quella buona, al di là di provenienza e origini. Ma a volte alcuni popoli mi ispirano una particolare simpatia: il popolo ebraico, come dicevo sopra, è uno di questi. Non il solo, ma uno di loro.
Cerco quindi di soddisfare la mia curiosità con qualche occasionale libro. Un personaggio mi ha colpito in modo particolare, nel suo modo di raccontare il proprio popolo, con tanta autoironia e un po’ di canzonatura… Ecco, una delle caratteristiche che apprezzo: l’autoironia. Si tratta di Moni Ovadia, ebreo nato in Bulgaria. Di solito apprezzo i suoi libri, e la prefazione a questo libro, da lui curata, è l’esca che mi ha fatto avvicinare a questo libro.
Mi aspettavo qualcosa di diverso: non peggio né meglio, semplicemente diverso. Le storie raccontate spaziano dai tempi antichi (alcuni racconti vengono da millenni di storia) ai nostri anni. Alcune sono commoventi, altre allegre, molte hanno un sottofondo di autoironia. Buona parte delle storie, poi, hanno ambientazione italiana, e narrano di personaggi (anche famosi e storici) che hanno origini ebraiche o hanno avuto a che fare con persone di quel popolo.
Forse mi aspettavo più store personali, aneddoti, curiosità, e raccontate con uno stile leggermente diverso (alla Ovadia, per intenderci). L’autrice ha un suo stile personale che, a volte (in un paio di storie) si è dimostrato un po’ confusionario. Sono stati due semplici passaggi, su due storie diverse, che non hanno interrotto la lettura, ma semplicemente mi hanno costretto a rileggere il passaggio due volte. Per il resto le storie scorrono bene: sono piccole (1 pagina o due al massimo), si leggono bene e sono leggere.
Come accennavo sopra, ci sono alcune storie che ci catapultano proprio nella cultura ebraica. Partendo da Adamo ed Eva, la leggenda dei trentasei giusti, fino ad una riflessione sul simbolo ebraico per eccellenza: la stella di Davide. Insomma, un bello strumento per entrare in contatto con questo popolo (che lo si apprezzi o meno).
Una curiosità: la pubblicità in fondo al libro ne presenta uno simile: “101 storie sull’Islam che non ti hanno mai raccontato” (Angelo Iacovella). Anche l’Islam mi incuriosisce (dopo aver gustato alcuni assaggi della loro cultura durante il mio viaggio in Marocco): mi sa quindi che prossimamente vi parlerò anche di quel libro.
Buona lettura.
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