Lungo i vicoli del tempo (Lanfranco Fabriani)

Fanta-Spy story a 4 dimensioni.

Capita di leggere una recensione di un libro su un sito qualsiasi, e capita di imbatterti in un “Premio Urania 2001” per la fantascienza. Capita di approfondire la trama e senti il formicolio sotto le dita, la voglia di sfogliare le pagine. E poi capita di trovare una edizione e-book (Kindle Amazon) a meno di tre euro e ti accorgi di aver cliccato su “acquista” ancor prima di averlo pensato.

Si parla di un romanzo di fantascienza, tutto italiano. Ma non proprio fantascienza: è anche una spy story. Ambientato tutto (escluso una piccola eccezione tedesca) in Italia e tutto nel nostro tempo. Ehm, no, in parte nel nostro tempo e in parte nel 1300. Ehm, neppure: in parte nel nostro tempo e in parte saltando – ai tempi nostri – nella Firenze del 1300. Insomma, faccio prima ad accennarvi la trama.

Spy story, quindi servizi segreti. Italiani, certo, ma anche francesi, con qualche accenno agli inglesi, ai tedeschi, agli israeliani. Agenti segreti, sì, ma con una specializzazione particolare: non saltano da un luogo all’altro del pianeta come fa James Bond, quanto piuttosto da un periodo storico all’altro (come fanno Topolino e Pippo con la macchina del tempo del professor Zapotec).

Andiamo con ordine: sembra che Leonardo da Vinci (e chi, senno?) sia stato in grado, fra le tante cose fatte, anche di descrivere la trasformazione da moto lineare in moto temporale permettendo praticamente il viaggio nel tempo. Ai suoi tempi mancava la precisione matematica che permettesse il funzionamento di una eventuale macchina, ma la teoria era tutta presente. Passata di mano in mano come tanti codici leonardiani questa scoperta ha permesso di costruire a quasi tutte le Nazioni della terra tante macchine del tempo. La gestione – praticamente in tutti i casi – è affidata ad una branchia speciale dei servizi segreti di ogni paese: in Italia all’UCCI (Ufficio Centrale Cronotemporale Italiano), di cui il protagonista (Mariani) è il vice direttore. Ah, ovviamente, esiste anche qualche cronoviaggiatore clandestino che ha una macchina tutta sua fuori dal controllo dei servizi segreti.

Non sto a spiegarvi come funziona la macchina e il viaggio nel tempo (l’autore stesso dice poco, per bocca di Mariani, solo spiegando ad alcuni sottoposti alcuni dettagli del viaggio del tempo) ma vi lascio immaginare le potenzialità che una macchina simile può dare. Solo un esempio: se tornando indietro si riuscisse a convincere una repubblica marinara italiana a finanziare il viaggio di Colombo, i vantaggi ricadrebbero tutti sull’Italia invece che sulla Spagna. O se qualcuno, saltando, per esempio, all’inizio della seconda guerra mondiale, fornisse ad Hitler le informazioni che permettessero al suo esercito di sconfiggere gli alleati, cosa sarebbe adesso dell’Europa?

In realtà, secondo le leggi scoperte dai navigatori cronotemporali, la storia ha un suo flusso: puoi ritardare una scoperta o un evento, ma la storia, alla fine, fa il suo corso e non c’è verso di modificarla in modo macroscopico. Ma qualche piccolo aggiustamento si può sempre pensare di farlo, per questo l’UCCI (insieme agli altri servizi segreti) vigila sulla storia e cerca di evitare che altri modifichino il suo corso, seppur di poco. Oddio, come in tutti i servizi segreti le regole vengono applicate o infrante in base alla convenienza, e qualche volta qualche ritocchino viene dato.

Ogni servizio segreto ha “basi” in “snodi” strategici: uno snodo è un luogo in un certo momento storico e la base è una casa sicura con, al suo interno, una macchina del tempo. Mariani, prima di diventare vice direttore dell’UCCI (grazie, oltretutto, a spinte politiche) era caposezione di “Firenze 1300”: insieme alla sua squadra raccoglieva informazioni dai mercanti che, da tutta Europa, si recavano a Firenze per scambiare merci o trattare finanziamenti. Ma la sua squadra, da quando lui l’ha lasciata, sta cadendo sempre più allo sbando, tanto che Mariani viene incaricato di indagare su cosa stia succedendo. Richiesta strana: mandare un vice direttore ad indagare su una sezione, ma – in lotta per il posto di direttore – Mariani è quasi obbligato ad accettare, e ciò gli garantisce, comunque, di poter controllare che non ci siano eventi che possano discreditarlo nella corsa alla poltrona più importante.

Fra varie vicissitudini sia nel Tempo Reale (il tempo in cui vivono i protagonisti) che in quello Altro (il tempo nelle varie sezioni); fra tentativi di omicidi, tradimenti, doppi giochi e tanto altro, Mariani deve lottare sia per la sopravvivenza lavorativa che per quella fisica. Riuscirà il nostro eroe… (eccetera eccetera eccetera)? Bè, ve lo posso anche dire (perché, come tutti i buoni romanzi una parte del finale è scontata): Mariani sopravvive e scopre vari intrighi. Ma ci sono alcuni colpi di scena interessanti.

Punti positivi del romanzo: è una spy story (e a me piacciono), è italiana (c’è un sottofondo di ironia che contrasta con le classiche storie spionistiche serie e muscolose), attraversa due mondi. C’è la tensione tipica delle spy story, l’intrigo, l’inganno, ma tutto contornato da una cortina ironica, che sminuisce l’intensità della vicenda rendendola leggera (mi fa ridere la burocrazia, tutta italiana, nel gestire gli uffici dell’UCCI). E, pur lasciandoti nel tuo mondo (il Tempo Reale è il nostro secolo) ti trascina nella Firenze del 1340. L’autore non si addentra nella descrizione minuziosa della città (anche se indica alcuni particolari) né della vita dei personaggi dell’epoca (anche se tratta alcune vicende storiche) ma ti fa comunque vivere parte di quell’ambiente. Tanto che, passato in centro a Firenze appena due giorni dopo aver finito il libro, mi son ritrovato a cercare gli angoli descritti nel romanzo e la “sede” fiorentina dell’UCCI.

Punti negativi: il romanzo forse poteva esser diviso in due storie distinte, una completamente nella Firenze del 1300, l’altra ai giorni nostri (con, comunque, compenetrazioni fra esse). Siccome le due vicende sono collegate solo dal personaggio di Mariani (e solo perché entrambe fanno capo a lui) si poteva tentare di dividerle in modo da concentrarsi su una alla volta. Così anche l’ambientazione fiorentina ci avrebbe guadagnato. Altra nota dolente: la spiegazione del viaggio nel tempo e le leggi che lo regolano. Le cose che si capiscono vengon fuori solo a spizzichi e bocconi nel corso del romanzo, ma alcuni punti rimangono oscuri (come la faccenda dei salti temporali dinamici). Niente che guasti la lettura, ma vieni costretto alla fiducia incondizionata. Va anche bene: è un romanzo, ma a me piacerebbe avere qualche dettaglio in più.

Una nota sui viaggi del tempo (nei romanzi e nelle opere di fiction). Fabriani usa “impostazione” maggiormente in voga anni fa, secondo la quale la storia è un continuum unico e se si va indietro nel tempo quello che combiniamo si propaga fino alla nostra epoca. Insomma, la filosofia di Terminator: torno indietro per uccidere la donna da cui nascerà il mio avversario. Attualmente si preferisce più l’ipotesi dei molti mondi. Se torno indietro nel tempo creo una biforcazione temporale: il mondo da cui provengo continua ad esistere così come lo conosciamo, ma dal momento in cui compaio indietro nel tempo inizia un nuovo mondo, parallelo e molto simile al mio, ma diverso. E’ quello che succede in “Star Trek – Il futuro ha inizio” quando Spock torna indietro nel tempo passando attraverso un buco nero: si trova in un universo parallelo i cui personaggi sono al tempo stesso i medesimi del precedente ma hanno vite proprie ed indipendenti da esso. Questa seconda filosofia, diciamocelo, fornisce agli sceneggiatori cinematografici maggior spazio di manovra e permette, come nel caso di Star Trek, di ricominciare da zero una saga con personaggi uguali ma diversi.

Un romanzo, concludendo, sicuramente da portare sotto l’ombrellone. Il livello di fantascienza è “tollerabile” anche a chi non apprezza il genere e secondo me può essere un prodotto molto gradevole per passare un po’ di tempo libero. Senza contare, poi, che l’edizione elettronica costa meno di 3 euro. Non aspettatevi un Phil K. Dick e le sue riflessioni sul mondo, ma piuttosto qualcosa di gradevolmente leggero.

Buona lettura.

 

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