Tanti modi per raccontare una storia.
Chi mi segue sa che amo la possibilità di giocare con le parole (vedi “Dando buca a Godot”, di Bartezzaghi): Ale, la cugina bibliofila come me, mi ha consigliato allora questo libro, particolarmente (mi ha consigliato) nella traduzione di Eco.
Non si tratta di un romanzo, ovviamente, ma – proprio come dice il titolo – di “esercizi” in cui Queneau ci mostra come sia possibile, preso un episodio semplice e banale, raccontarlo in molti modi. Gli si può dare una impronta reazionaria, si può fare un racconto confuso, si può giocare con le parole sostituendo i sostantivi con altri in base a un determinato algoritmo, ci si può divertire sopprimendo una lettera in tutto il racconto.
Diciamo subito che per godere a pieno del libro bisognerebbe conoscere bene il francese (e la cultura francese): il testo degli esercizi, infatti, è in lingua originale con traduzione a fronte. Anche se la traduzione cerca di rendere al meglio gli esercizi calandoli nella cultura italiana, in nessun modo si potrebbe tradurre certe espressioni. Per fare due esempi: esiste un racconto (Italianismes) che Eco ha tradotto in Francesismi; ed esistono giochi scurrili di parole che rimangono intraducibili in italiano. Nel primo caso Queneau fa il verso a noi usando termini francesi ma con accento italiano, un po’ come noi fingiamo di parlare spagnolo aggiungendo la “s” in fondo alle parole. Eco ha ribaltato l’esercizio facendo il verso ai francesi (e non poteva fare altrimenti). Nel secondo caso parliamo di tutti quei doppi sensi in cui i francesi (racconta Eco nell’introduzione) sono maestri.
Insomma, non è un romanzo, non è un libro per rilassarsi (anche se ci sono spunti allegri e leggeri) e sconsiglio la lettura a chi non è interessato a capire meglio questioni linguistiche e letterarie. Considerate che in Francia questo volume è stato usato (non ho capito se lo è ancora) a scuola; viene usato per corsi di letteratura e di scrittura creativa. Se cercate un libro da leggere la sera prima di andare a letto non scegliete questo.
Molto interessanti sia l’introduzione, dove Eco spiega come ha operato la traduzione, sia l’appendice, dove si includono racconti esclusi in altre edizioni degli Esercizi ed ad altri testi di Quenau, sia la postfazione (a cura di Bartezzaghi). Confesso che Eco, nell’introduzione, usa termini specifici della retorica (litoti, protesi, epentesi) che per me sono in gran parte sconosciuti, col risultato di appesantirmi la lettura. D’altro canto il testo è specifico per chi vuole approfondire tecniche di racconto o di scrittura, e quindi dobbiamo aspettarci questa esattezza (termini specifici). Io avrei preferito qualche esempio esplicativo in più, però.
A chi può piacere: buona lettura. A chi pensa che sia meglio concentrare le risorse (visto che, comunque, l’edizione Einaudi che ho fra le mie mani costa 12,50 euro) ad altre opere, auguro che in futuro prenda la curiosità di scoprire questa opera.
Ciao a tutti
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