Marziani, andate a casa! (Fredric Brown)

Un nugolo di marziani dispettosi rompe le scatole alla popolazione mondiale. Vorranno forse invadere la terra o ci prendono solo in giro? Continua la serie fantascientifica in e-book: anche questo libro preso (a poco prezzo) su Amazon. Ma, in questa opera, la fantascienza è solo un pretesto per affrontare in modo ironico le nostre paure. Prendete uno scrittore mediamente bravo che è in crisi creativa. Aggiungete un filone letterario in voga come la fantascienza. Portate lo scrittore al punto di cottura massimo (scadenza incombente, anticipo dell’editore già speso, e neanche uno straccio di idea) e date il via alla storia. Luke Deveraux è lo scrittore in crisi creativa e si ritira in una capanna nel deserto per ritrovare l’ispirazione per il suo romanzo fantascientifico che non vuol proprio saperne di partire. Meditazione? Lettura di altre opere sul tema? Osservazione della natura e estrapolazione di una trama? Macché: per trovare la giusta ispirazione si imbottisce la sera di alcool quanto basta per farlo ubriacare senza dover subire il mal di testa la mattina dopo. Però rimane abbastanza lucido anche da pensare. E il suo pensiero sembra avere talmente tanta potenza da diventare vero. Un marziano si para davanti a lui, proprio come lui stava immaginando nella sua testa. Il momento è molto particolare: Luke si sente il primo uomo ad aver contattato fisicamente un marziano e vorrebbe fargli milioni di domande ma… si blocca. L’emozione, forse l’alcool, le mille idee gli impediscono di fare domande concrete all’ospite. Ma Luke si è illuso: non […]

La doppia vita dei numeri (Erri De Luca)

Una commedia dal retrogusto amaro in una Napoli scoppiettante E’ l’ultimo dell’anno: in una Napoli il cui sottofondo “acustico” è un crescendo di botti (che culminerà a mezzanotte) un fratello e sua sorella si apprestano a festeggiare, seppure in semplicità e in una apparente solitudine, l’arrivo dell’anno nuovo. E alla loro storia si intreccia la storia dei genitori, ed entrambe sono contornate da quella che nasce dai numeri della tombola. Erri De Luca ci presenta, stavolta, una piccola commedia. Piccola perché non supera, come volume di pagine, gli altri libri dello stesso autore. Sono appena 69 pagine (compresa l’introduzione), divise in tre parti (tre atti) e sono scritte proprio come piece teatrale, con i dialoghi, i consigli di regia per le interpretazioni e la scenografia e tutto quello che serve per poterla mettere in scena. Chi sono i personaggi in scena? Solo di uno sappiamo il nome, urlato dalla sorella (“lei”) ogni tanto. E’ Italia, la donna di servizio morta di un colpo apoplettico, ma che ogni tanto si fa “viva” come presenza che nasconde le cose. Né lui (il fratello), né lei (sorella) sono mai nominati: si capisce, però, che da tempo non si vedono. Lui si sposta di frequente per lavoro, lei sta sempre a Napoli, in casa sua. Dopo una introduzione (parte prima) in cui i due, in pratica, si presentano al pubblico (viene presentato il contesto grazie ai dialoghi fra i personaggi), inizia l’immancabile partita a tombola, vero “must” del capodanno Napoletano insieme ai botti che […]

Dando buca a Godot (Stefano Bartezzaghi)

Parole in gioco…Amo la potenza delle parole e del linguaggio, e mi piace ogni tanto provare a giocare con esse. Non che ci riesca più di tanto, ma la cosa mi appassiona da tempo. Unico cruccio: questa passione è venuta fuori dopo la scuola, peccato perché – forse – potevo sperare in voti migliori… Bartezzaghi è uno dei maghi italiani di queste cose, tanto che ne ha fatto un lavoro. Appena visto il libro mi son detto: “perché non lo prendiamo e approfondiamo un po’ questa mia passione in cui lui è maestro?”.  Forse mi sono basato un po’ troppo su questa mia idea ed il libro, alla fine, non era quello che (personalmente) mi aspettavo. Ma andiamo con ordine: il libro raccoglie una serie di giochi di parole, con alcune spiegazioni, spigolate da internet. Tutti, o almeno quasi tutti, con indicazioni degli autori. Ecco, il punto è questo. Io mi aspettavo più spiegazioni, del tipo come nasce un gioco di parole, come è possibile creare qualcosa. E’ vero che dagli esempi e dalle molte casistiche si possono ricavare strutture da poter usare per costruire qualcosa di nuovo, ma il tutto rimane un po’ troppo “raccolta” di esempi ed un po’ poco approfondimento. Insomma, per i 16 euro che costa, mi sarei aspettato meno “raccolta” e più esperimenti creativi, esercizi, … Mi aspettavo, forse, di esser guidato più per mano in questo mondo. Ha un lato positivo: ti fa ridere. Ci sono alcune battute geniali che meritano veramente la lettura. Altre volte […]

Good Bye Kareggi! (Alessandro Bini & Bruno Magrini)

Il centralino di un ospedale alle prese con utenti di tutti i tipi… Lo so, lo so… sono assente da tempo, ma non significa che abbia abbandonato la mia passione, semplicemente che sono stato rallentato da tante cose. Questo, unito ad una discreta dose di pigrizia, si è ripercosso sul blog: nonostante abbia letto 5 libri solo ora mi accingo a parlarne. Ed inizio con questo libricino (di meno di 80 pagine) in cui gli autori raccolgono (con qualche elaborazione) le chiamate, esilaranti e a volte assurde, arrivate al centralino del più grande ospedale di Firenze: “Careggi”, appunto (con la C – la K nel tiolo è presa proprio da una telefonata). Più che di storie si tratta di frammenti: battute singole, dialoghi assurdi, tanta ilarità ma un goccio di tristezza e, a volte, un pizzico di amarezza. Sì, perché bene o male tutte le battute raccolte partono da due elementi comuni: una preoccupazione o un dolore (si sta contattando un ospedale) e una certa ignoranza. Non penso di dilungarmi sul primo argomento: ognuno di noi ha avuto l’esperienza dell’ospedale, magari anche solo per una sciocchezza (un controllo, una visita specialistica): al di là della bravura di medici e infermieri c’è sempre un po’ di preoccupazione nel nostro cuore. La comicità, invece, viene spesso dall’ignoranza dei termini (“Pronto? Mi passa quel reparto che ha quel nome americano…” o “…domani devo fare una prova allergica all’uovo: ma lo devo portare lesso o fresco?”), o da una povertà di spirito che ispira […]

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