I figli dell’invasione (John Wyndham)

Prendete un paesino della campagna inglese, un paese noioso, dove non succede mai nulla, dove ciò che alcuni chiamano calma per la maggior parte degli altri è noia. Fate succedere qualcosa di particolare in questo paesino e otterrete un romanzo come quello di Wyndham. Ma non banalizziamo: questo romanzo non è assolutamente una banale storia di fantascienza, ma quasi un trattato sull’umanità e su come affrontare la diversità, tutto mascherato da avventura fantastica. Durante quello che sarà poi chiamato “il giorno saltato” a Midwich accadono cose strane: quella che sembra una astronave aliena (nessuno riuscirà ad identificarla bene, ma questo non importa) è posizionata proprio nel centro di una “bolla” che tiene addormentati tutti gli abitanti del paese. Chi passa il confine della bolla si addormenta immediatamente, mentre chi viene tratto fuori dal l’influenza dell’oggetto non identificato si sveglia senza ricordare niente e senza avere effetti collaterali. Ma gli abitanti del paese scopriranno ben presto che un particolare effetto collaterale la visita aliena l’ha avuto. Circa un mese dopo che la navicella se n’è andata tutte le donne in età fertile presenti al momento della “visita” si accorgono di essere incinte. Ecco il punto cruciale: una nuova specie innestata in ospiti umani. Come comportarsi? Nel paese decidono di portare avanti le maternità (cosa che sembra irreale pensando a racconti odierni dello stesso genere): verranno dati alla luce quasi 60 bambini, tutti uguali (tanto che solo alcuni abitanti riescono a riconoscere i bambini l’uno dall’altro) e tutti con la sinistra capacità […]

Un Natale in giallo (AA. VV.)

Quello che è palesemente una operazione commerciale, nel mondo dei libri diventa una buona occasione di scoperta di nuovi autori. Sellerio per le festività natalizie ci ha proposto questo libro che raccoglie 7 racconti, di 7 autori diversi, sul tema delle festività. Questo volume è nato nel 2011 ma la data conta poco, in quanto i racconti sono sempre attuali. Proverò, più sotto, a scrivere due righe per ogni racconto, ma intanto faccio un paio di considerazioni generali. Come dicevo sopra, tecnicamente questa è una operazione commerciale: l’intento dell’editore è quello di far conoscere ai lettori – appassionati di almeno uno degli autori – altri autori “simili”, nello stile o nell’interno creativo, all’autore preferito. E, lo confesso, il nome che mi ha spinto a comprare il libro (a proposito: 11,90 Eur scontati al supermercato) è Marco Malvaldi: chi mi segue sa quanto apprezzo i suoi gialli. Ma sono contento di aver scoperto altri validi autori: alcuni mi sono piaciuti più di altri, ma in generale considero questo libro un buon acquisto. Un ultima raccomandazione prima di scorrere i racconti: le impressioni che scrivo qui sotto sono personali e sono, appunto, impressioni. Ciò che io ho adorato ad altri può non piacere e viceversa. Quindi prendete le prossime righe con le dovute molle. Francesco Recami ci narra del “Natale nella casa di ringhiera”. Si tratta di un curioso episodio che ha come protagonista il nipotino del signor Amedeo Consonni, un quadretto di vita familiare che coinvolge tutto il condominio permettendo al […]

Il paradiso dei diavoli (Franco Di Mare)

“I buoni che si corrompono diventano pessimi” (capitolo 11) Che Napoli sia una città peculiare lo sappiamo, una città che ti sorprende nel bene e nel male. Franco Di Mare, giornalista di origini napoletane, ci racconta alcune di queste peculiarità in un romanzo in cui il lieto fine rimane solo una aspettativa. Carmine Cacciapuoti, il protagonista, è uno dei buoni che – corrompendosi – diventa pessimo, almeno a suo giudizio. Ricercatore universitario, fregato dal suo professore (sto semplificando), si ritrova senza lavoro e senza futuro. Un amico gli offre un lavoro che lui accetta: consegnare pacchi. Che nel gergo malavitoso significa “uccidere una determinata persona”. Ecco che Carmine si trova ad essere assassino della camorra. Ma Carmine è anche un uomo che ama, che si è dato dei principi. Ed un giorno, dopo che un suo omicidio era stato descritto da Marco, un giornalista del Mattino di Napoli, Carmine decide di contattare quel giornalista per dare, attraverso precisazioni su determinate citazioni, una sua versione dei fatti. Marco entra subito in allarme: l’esperienza professionale gli dice che la persona che lo ha contattato (che non si identifica né parla direttamente dell’omicidio, ma si riferisce solo all’articolo) ha a che fare con quel caso e cerca, analizzando tutte le parole, di venirne a capo. La cosa che lo lascia più sconvolto è la citazione con cui Carmine chiude la telefonata: “Corruptio optimi pessima”, cioè “se i buoni si corrompono, cioè si guastano, allora diventano pessimi” (come spiega un amico al giornalista, nel […]

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