Cosmicomic : Gli uomini che scoprirono il Big Bang (Amedeo Balbi, Rossano Piccioni)

Fino all’inizio dei tempi, ma a fumetti… Bè, lo sapete (almeno chi mi segue): sono un curioso scientifico e mi piace saperne di più soprattutto se si parla di fisica (e, in questo caso, di astrofisica). Ma sono anche appassionato di fumetti e quando quest’arte si unisce ad argomenti scientifici mi riesce difficile trattenermi dall’acquistare il libro. Ok, di cosa si parla? Avete presente la teoria del Big Bang, quella attualmente più accreditata per descrivere la nascita del nostro universo? Secondo questa teoria tutta la materia si è generata da una gigantesca esplosione (chiamata appunto Big Bang). Da essa si sono formate le nebulose, le stelle, le galassie… e noi! Per dimostrare se questa teoria è corretta servono evidenze scientifiche, come in tutte le teorie: dei fatti che si accordino alla teoria e che ne confermino l’efficacia. Questo libro ripercorre la scoperta di una delle evidenze più importanti, un residuo di quella esplosione, in forma microonde, e quindi di “calore”, residuo, di circa 3 gradi sopra lo zero assoluto. Il libro racconta, in forma di fumetto, la storia di Arno Penzias e Bob Wilson, e della loro antenna con cui volevano ascoltare il “rumore” della via lattea. Si imbatterono in un rumore di fondo (che non riuscivano ad eliminare, nonostante avessero smontato e rimontato l’antenna controllandone ogni singolo pezzo). Finché non vennero a conoscenza di studi che parlavano proprio di un “rumore” simile a quello da loro rilevato. Vuoi vedere che, allora, quel rumore non era causato da un difetto […]

Regalo di Natale (AA.VV.)

Nuova serie di racconti gialli proposti da Sellerio Complimenti signor Sellerio: anche quest’anno è riuscito a proporci (con successo, direi) la raccolta festiva di racconti gialli con i nostri protagonisti preferiti. Dopo “Un Natale in giallo” e “Capodanno in giallo“, con una capatina anche sul “Ferragosto in giallo“, l’editore palermitano mette i personaggi dei suoi autori, ancora una volta, in una situazione “più umana”, li porta a confrontarsi coi regali di Natale, croce e delizia di tutti noi. In questo volume troviamo personaggi conosciuti insieme a personaggi nuovi (non presenti nelle precedenti raccolte, ma già conosciuti agli appassionati): facciamo un breve riepilogo delle avventure che aspettano chi vorrà leggere il libro. Alicia Giménez-Bartlett ci riporta, come sempre, a Barcellona dalla sua Petra Delicado. Il caso comincia in modo strano: al suo assistente viene regalato un cellulare nuovo di zecca, e appena lo accende ci trova un messaggio strano, che allude ad affari loschi a carico de “La principessa Umberta” (che dà il titolo al  racconto). Petra pensa ad uno scherzo, ma quando, due giorni dopo, la principessa muore assassinata si iniziano indagini serie. Per capire l’assassinio, però, va trovato chi ha lasciato il messaggio nel cellulare dell’assistente di Petra. Con qualche colpo di scena l’ispettore riesce a risolvere il caso, portando alla luce loschi traffici mischiati ad opere di bene. Quasi come se il personaggio “incriminato” fosse convinto che il fine giustifichi i mezzi. Peccato che i “mezzi”, se traditi, rispondano in modo violento… Il personaggio di Petra sta iniziando […]

I fiori blu (Raymond Queneau)

“Secondo un celebre apologo cinese, Chuang-tzé sogna di essere una farfalla; ma chi dice che non sia la farfalla a sognare d’essere Chuang.tzé?” (dalla “nota del traduttore”) So già che questo post sarà molto ma molto sotto tono rispetto a quanto meriterebbe questo libro. Ma so anche che ci sono già stati fior fior di commentatori (e ce ne sono tutt’ora, e ce ne saranno in futuro) che hanno speso litri di inchiostro nel commentare quest’opera. Partiamo con un riassunto molto breve: L’opera si apre col Duca d’Auge che, nel 1264, dall’alto della torre del suo castello, considera un momentino la situazione storica: un Unno o due accampati poco sotto, che cucinavano bistecche alla tartara, qualche Romano disegnava greche, i Franchi suonavano lire. Tutto questo insieme di giochi di parole (li ho ripresi dal libro) indicano una situazione storica molto confusa, che lascia il Duca un po’ scosso. Ma quando gli viene proposto di andare a fare un giro a Parigi si rimette di buon umore, sale a cavallo del suo buon Demostene (fra le altre cose, un cavallo parlante). Ama mangiare abbondantemente e bene, e, nei momenti di riposo, sogna: auto, motorini, una città completamente diversa, una chiatta ed un uomo che ci vive sopra. Cidrolin è un non occupato (sembra essere un pensionato) che vive su una chiatta alle porte di Parigi, con l’ultima di tre figlie. Le sue principali occupazioni sono: ridipingere la staccionata su cui qualcuno scrive ogni giorno frasi ingiuriose, cercare di mangiar bene, curiosare […]

Storia di Irene (Erri de Luca)

Irene, Aldo e un napoletano antico di giorni in tre storie di mare… Aspettarsi una storia spensierata da Erri De Luca credo sia impossibile. Non sempre sono tristi, ma ti portano sempre a riflettere o sul tempo passato o su vari argomenti. Non fanno eccezione le tre storie raccontate dall’autore in questo libro. Tre storie di mare, raccontate col solito linguaggio asciutto, con frasi corte, quasi smozzicate, ma sempre di effetto. Una nascita, una crescita, un addio, tutti legati al mare. Due storie su tre esplicitamente biografiche. Vediamole un po’… Durante una vacanza in una isoletta greca (rei ringraziamenti si parla di Lipsi) Erri conosce Irene: il primo solitario per carattere personale, la seconda per isolamento quasi obbligato, si trovano bene insieme. Lui pronto ad ascoltare, lei a raccontare, passano del tempo insieme sulla spiaggia e Irene racconta a lui, e lui solo, la sua storia. Come dicevamo è una storia di mare: allevata da delfini dopo un naufragio, Irene viene depositata sulla spiaggia dell’isola e di giorno sussiste con qualche lavoretto, ma di notte torna sempre a nuotare con i delfini. E’ incinta Irene, nessuno sa di chi. Il paese la ignora, si pone domande, sospetta, ma nessuno avrà risposte. Solo Erri riceve ed accoglie le sue parole. Che proprio parole non sono perché Erri le sente ma non le vede uscire dalla bocca di Irene. E l’occasione della storia di Irene è anche una occasione per raccontare un po’ della propria storia: mentre lui attende il rientro a […]

Capire davvero la relatività : alla scoperta della teoria di Einstein (Daniel F. Styer)

Un viaggetto veloce (ma non troppo) fra le teorie della relatività di Einstein Siccome nutro una certa passione per gli argomenti scientifici ogni tanto mi prende la fissa di studiarmi qualcosina, specialmente nel campo della fisica. Oddio, lo ammetto, la parola “studiare” è un po’ grossa per me. Diciamo che provo a leggere qualcosa, come la teoria quantistica (Quantum, letto 4 libri fa) e la teoria della relatività (di cui parlo adesso). Ma in questo post, dopo una breve introduzione alla relatività, parlerò solo dell’esperienza di lettura. La teoria della relatività (non distinguo qui fra relatività ristretta e generale) indaga cosa succede alle cose quando queste si muovono a velocità prossime a quelle della luce. E’ stato dimostrato che la velocità della luce è sempre la stessa (è, appunto costante quando si propaga nello spazio), mentre qualsiasi oggetto (pensate ad una pallina da tennis) ha una velocità relativa al sistema in cui si muove (per essere precisi, in un sistema inerziale, ma lasciamo perdere i dettagli in questo articolo). Facciamo un esempio: prendiamo il tennista australiano Groth e mettiamolo in un campo da tennis. Magari riesce a replicare il suo tiro a 263 Km/h (vedi notizia).  Ma se mettete questo tennista su un treno in corsa a 200 Km/h e lui batte una palla alla stessa velocità, cosa succederà? Ai suoi occhi, in qualsiasi direzione batta la palla, la velocità sarà ancora 263 Km/h. Ma cosa vedrà un osservatore esterno? Se il tennista batte nel senso di marcia, la palla […]

Il bizzarro incidente del tempo rubato (Rachel Joyce)

Quando 2 secondi aprono un abisso. Venire a sapere che stanno maneggiando il tempo, allungando i giorni, manovrando con noncuranza i secondi, può scuotere dalle fondamenta tutte le certezze di un adulto, figuriamoci cosa succede a Byron, un adolescente inglese quando l’amico James gli racconta che verrano aggiunti due secondi a quell’anno, il 1972. La cosa è successa davvero: si chiamano secondi intercalari e un organismo mondiale decide di applicarli quando serve ri-sincronizzare il tempo che noi misuriamo con la rotazione della terra intorno al sole. Ma torniamo a Byron: vive nella campagna inglese con la madre Diana e la sorella Lucy (il padre Seymore è un affarista che lavora a Londra e torna a casa solo nel fine settimana). Condivide con James tutti i pensieri, compreso quello della manipolazione del tempo. Ma mentre per l’amico la notizia rimane solo una curiosità, per Byron diventa una ossessione. Tanto che in un certo momento è convinto di vedere la lancetta dei secondi, nel proprio orologio da polso, muoversi indietro di due tacche. E tutto, in quell’istante, succede: il mondo che conosceva piano piano inizia a sgretolarsi davanti ai suoi occhi fino a… Eh no, sto rivelandovi troppo. La mattina del fatidico giorno Byron e  Lucy sono accompagnati a scuola dalla madre (come avviene sempre) con la nuova Jaguar: sono in ritardo e Diana decide di prendere una scorciatoia che passa da un piccolo e fatiscente borgo. Proprio durante il passaggio, con una nebbia che si potrebbe tagliare a fette, Byron è […]

Argento vivo (Marco Malvaldi)

Ricetta per passare una notte insonne: mettete insieme un informatico sfigato, un tecnico arrabbiato, un paio di loschi figuri, un romanziere in crisi e mixate energicamente. Da tempo non mi capitava di fare le ore piccole per finire un romanzo. Anzi: da tanto tempo non mi capitava di aprire un romanzo (di oltre 260 pagine) il sabato pomeriggio e concluderlo lo stesso sabato, a notte fonda (sì, cari pignoli, avete ragione: tecnicamente sarebbe domenica mattina presto, ma a me piace considerarlo ancora sabato). Oddio: l’età si fa sentire e qualche ora dopo mi son svegliato un po’ rincoglionito, ma ne è valsa la pena. Malvaldi ci regala un’altra sua opera, per certi versi simile alle precedenti, ma per altri molto diversa. Prima di tutto qui non c’è Massimo il barista con la combriccola dei vecchietti del Bar Lume (anche se un barista c’è, impiccione e caustico, ma fa solo una comparsata). Non è un giallo in senso stretto come quelli (appunto) del Bar Lume e, soprattutto, non è una storia lineare come quelle, appunto, di Massimo. Vi racconterò la trama. Rivelerò, ovviamente, alcuni dettagli ma – se lo leggerete – scoprirete che il fatto criminoso viene portato alla luce subito e non c’è, quindi, da usare la logica per scoprire i colpevoli. Prima di tutto ci sono più personaggi che interagiscono fra loro dando vita a tre filoni paralleli (e in parte indipendenti) della storia. Tre filoni che si intrecciano e, come vedremo alla fine, raccontano una unica storia, ma […]

Esercizi di stile (Raymond Queneau)

Tanti modi per raccontare una storia. Chi mi segue sa che amo la possibilità di giocare con le parole (vedi “Dando buca a Godot”, di Bartezzaghi): Ale, la cugina bibliofila come me, mi ha consigliato allora questo libro, particolarmente (mi ha consigliato) nella traduzione di Eco. Non si tratta di un romanzo, ovviamente, ma – proprio come dice il titolo – di “esercizi” in cui Queneau ci mostra come sia possibile, preso un episodio semplice e banale, raccontarlo in molti modi. Gli si può dare una impronta reazionaria, si può fare un racconto confuso, si può giocare con le parole sostituendo i sostantivi con altri in base a un determinato algoritmo, ci si può divertire sopprimendo una lettera in tutto il racconto. Diciamo subito che per godere a pieno del libro bisognerebbe conoscere bene il francese (e la cultura francese): il testo degli esercizi, infatti, è in lingua originale con traduzione a fronte. Anche se la traduzione cerca di rendere al meglio gli esercizi calandoli nella cultura italiana, in nessun modo si potrebbe tradurre certe espressioni. Per fare due esempi: esiste un racconto (Italianismes) che Eco ha tradotto in Francesismi; ed esistono giochi scurrili di parole che rimangono intraducibili in italiano. Nel primo caso Queneau fa il verso a noi usando termini francesi ma con accento italiano, un po’ come noi fingiamo di parlare spagnolo aggiungendo la “s” in fondo alle parole. Eco ha ribaltato l’esercizio facendo il verso ai francesi (e non poteva fare altrimenti). Nel secondo caso parliamo […]

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