Dizionario delle cose perdute (Francesco Guccini)
post leggero per libro leggero… Ecco: i precedenti post vertevano tutti su libri che io non trovavo consoni da portare sotto l’ombrellone. Ma questo di Guccini si adatta ottimamente alla vacanza, alla compagnia ed al clima rilassato. Francesco, sulla scia di tante trasmissioni e libri che ultimamente ci riportano al passato, ci ricorda alcuni tratti della sua infanzia e giovinezza attraverso vari oggetti della sua vita: dal primo telefono in bachelite, alla ghiacciaia, alla Topolino (l’auto), dedicando un corposo capitolo ai giochi dell’infanzia. Lo fa, ovviamente, con la sua solita ironia. Nel leggere i testi sembra quasi di sentirlo raccontare delle storie, con la sua vociona, in mezzo ad un gruppo di amici, in un clima da osteria, con un bicchiere di vino in mano. C’è poco da dire sulle storie (i vari capitoli). Cioè, se ve li dovessi raccontare farei un post lungo lungo, ma credo sia inutile e non riuscirei a rendere giustizia alla loro freschezza. Unico punto in comune a tutti i racconti è una vena di nostalgia, trattata però con ironia. Non che Guccini affermi che “si stava meglio quando si stava peggio”, ma – vuoi perché era giovane, vuoi perché le cose erano diverse – ricorda con molto affetto quei tempi. Alcune cose, direttamente o indirettamente, le ho vissute anche io. Nato agli inizi degli anni ’70, in campagna (dove le cose arrivavano in ritardo rispetto alla città), mi ritengo della generazione a cavallo fra quello che racconta Guccini e la generazione della tv. Amici […]