Inheritance (Christoper Paolini)

“E la nave avanzò, veleggiando serena sul fiume illuminato dalla luna, verso le ignote pianure oltreconfine” (capitolo finale) Finalmente siamo arrivati alla fine: dopo una lunga attesa siamo riusciti a sapere cosa succede ad Eragon, Arya ed il loro nemico Galbatorix. La saga dell’eredità si è conclusa: doveva essere una trilogia ma si è trasformata in una tetralogia in corso d’opera, quando hanno spezzato l’ultimo capitolo in due volumi. Così, per ricordarvi le varie tappe, ecco i post relativi ai tre libri che hanno preceduto quest’ultimo: Eragon ed Eldest (un unico post per i primi due capitoli della saga) e Brising (terzo capitolo) Veniamo al libro in questione: devo dire che si continua a percepire la crescita dello scrittore Paolini. Il primo capitolo (Eragon), autoprodotto, era bello ma strutturato in modo molto semplice, con personaggi sgrossati ma non raffinati, dal secondo capitolo si inizia a vedere la mano di una redazione, i personaggi prendono più corpo e la storia diventa più complessa; il terzo capitolo, come ho raccontato nel post, è più una preparazione a questo quarto (a proposito: avevo previsto in quel post che il libro si avvicinasse alle 1000 pagine: ci sono andato abbastanza vicino perché sono più di 800): si scoprono molte cose ma si rimanda tutto al finale. Eccoci, quindi, al quarto libro. Non vi racconterò quasi niente, perché vi rovinerei la lettura. Però posso dirvi che Galbatorix viene sconfitto (non fate storie: lo sapevate già, sennò che storia sarebbe stata? Ma non vi ho detto […]

I pesci non chiudono gli occhi (Erri De Luca)

Il primo amore di Erri De Luca raccontato col suo inconfondibile stile. Lo stile è sempre il solito: frasi brevi ed asciutte che racchiudono mondi e ti presentano, a volte, in modo estremamente semplice, una verità (presunta o reale che sia). E questo stile si propaga anche alla vita raccontata del protagonista, che altri non è che un Erri De Luca decenne. Uno stile che narra in modo asciutto una vita; una vita che, asciutta e concreta, ha creato quello stile. Il racconto di per sé è semplice. Un ragazzo di dieci anni si sente grande dentro ma non vede questa “grandezza” nel suo corpo: vorrebbe romperlo, spezzarlo, per far uscire la sua nuova condizione. Una estate al mare con la madre (mentre il padre è in America a cercare fortuna), il sentirsi ragazzino ma non trovare legami coi coetanei: starsene piuttosto insieme ad un pescatore che gli insegna le leggi del mare, o a leggere un libro, o a giocare con le parole e le immagini che gli si presentano nei cruciverba e nei rebus. All’ombrellone accanto si presenta una ragazzina della stessa età (anno più anno meno), uguale e diversa dal protagonista: uguale nella selezione delle amicizie (non si trova bene neppure lei coi coetanei), diversa nella certezza e sicurezza che espone nelle sue mosse e nei suoi discorsi. Fanno amicizia i due, anzi: è lei che fa amicizia con lui, ed iniziano a frequentarsi. Ma ciò suscita la gelosia di un gruppetto di ragazzi che “mirano” alla […]

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