Il primo giorno (Emilio Bonicelli)

Storia di un amore particolare ed intenso

Mi è capitato fra le mani (merito di una grande amica che me lo ha consigliato e prestato) il romanzo di cui parlerò. Non è niente di particolare a livello “romanzesco” (non è una storia alla Dumas, un romanzo di formazione alla Conrad o alla Melville, un giallo alla Christie), ma ha una forza ed una poesia che ti legano al testo in modo molto forte.

La storia è semplice: la protagonista è Maria, una donna che ha fatto degli errori nella vita ma ha trovato una persona buona che la sa amare per quello che è, che la spinge, certo, a migliorare ma lo fa versando su lei tutto il suo amore. E lei ricambia questo amore, anche nel momento estremo, in cui la persona amata è condannata a morte, uccisa e sepolta. Ma, come in tutti i romanzi, c’è un “colpo di scena”…

La trama sembra non differire da altri romanzi, vero? Una storia d’amore felice, poi il dolore e la perdita che possono metterti in crisi, fino al lieto fine…

Ma questa è una storia speciale: Emilio Bonicelli ci racconta – secondo la sua sensibilità – quello che è stato l’incontro fra Maria di Magdala e Gesù. Un incontro speciale, accaduto in un momento particolare della vita della ragazza: accusata di adulterio (in realtà messa in trappola ed usata come esca per tendere un tranello a Gesù), si sente salvata e amata da quel maestro a cui viene mostrata e additata. Il romanzo ripercorre questa ed altre tappe dell’incontro di Maria con Gesù usando la tecnica dei flashback: Maria, nel primo giorno dopo il sabato (la settimana ebraica si conclude col sabato, giorno di riposo, in cui non è permesso “fare”: lavorare, camminare più di tanto, cucinare, …), si sta recando al sepolcro di Gesù di mattina presto, ed ogni sensazione che prova le richiama alla memoria un episodio della sua vita, in particolare dell’incontro con quel maestro che ora è sepolto.

C’è tutto il dolore per la fine della storia, la morte di Gesù che le ha portato via la persona che lei amava, di un amore non terrestre, carnale, ma ugualmente e forse più intenso: un amore come fra amici, fra fratello e sorella, fra padre e figlia, un amore scaturito dall’amore che lui riversava su di lei.

Ma c’è, come dicevo, il lieto fine: la resurrezione di Cristo: Maria è la prima testimone, la prima persona che lo vede risorto, e sarà lei a dare la buona notizia agli apostoli rintanati nel cenacolo.

L’autore, in questo romanzo, ha voluto riprendere una tradizione che vede, in diverse “Marie” narrate nei vangeli, la stessa figura: Maria di Magdala (Magdala / Magdim è una città sul lago di Tiberiade). Confesso che non mi interessa se storicamente ciò è provato: si tratta di un romanzo, e devo dire che Emilio ha fatto un lavoro realistico. Ripeto, non so se è reale, ma sicuramente realistico.

Io, come anche l’autore (lo racconta in una piccola introduzione), sono sempre rimasto affascinato da alcune donne del vangelo. Al di là degli insegnamenti di fede che posso ricavare dai loro esempi, è la vita stessa di queste donne che mi ha affascinato: in un contesto difficile (la donna era vista, legalmente, quasi come un oggetto) ci sono donne che hanno mostrato più coraggio di tanti uomini. La Maria raccontata da Emilio è stata una ribelle, una persona che andava controtendenza, oltre le convenzioni, il “si deve fare così”… Ed è proprio per questo che mi piace.

Lo stile narrativo dell’autore è particolare: da una parte la reiterazione di alcuni concetti (stesse frasi che, specialmente nelle riflessioni di Maria, si ripetono ad intervalli di pochi paragrafi) intensifica la sensazione di amore che si legge nel cuore di Maria; dall’altra le frasi spezzettate (una frase viene completata, in un dialogo, fra più persone), come nel caso dei farisei che portano Maria di fronte a Gesù per accusarla, o le guardie che scappano dalla tomba di Cristo, ci indicano la paura, o la menzogna, o il doppio fine di chi parla. Questo stile non facilita la lettura, ma intensifica e caratterizza i personaggi. Risulta un po’ innaturale, ma aiuta a leggere nel cuore.

Ricapitolando: è una bella storia d’amore, intensa, coinvolgente (almeno per me lo è stata). E poi possiamo leggerci anche un messaggio per la propria persona: “tu sei amato così come sei, non devi fare o dire o pensare qualcosa di speciale, non è nelle convenzioni che sei amato, ma per quello che sei”.

E’ un libro del 2006, edito da Jaca Book, e se vi capita di trovarlo (ISBN 88-16-50263-0 / EAN 9788816502635) vi consiglio di prenderlo.

Buona lettura.

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