Dal teorema di Pitagora a seno e coseno come non li avete mai conosciuti
Tutto quello che noi oggi diamo per scontato (almeno noi che abbiamo conosciuto la geometria solo a livello scolastico) è nato attraverso scoperte di grandi del passato come Pitagora, Talete e tanti altri. Persone talmente grandi che hanno dato il loro nome ai vari teoremi che tanto ci annoiano a scuola.
Ecco il punto: la geometria che io, almeno, studiavo (non molto) fra i banchi era una cosa noiosa, fatta di teoremi da imparare a memoria e da utilizzare in problemi che, alla fine, erano sempre i soliti. Nonostante la brillantezza di alcuni maestri o prof, in realtà questa materia non mi ha mai entusiasmato anche se ho sempre sentito una curiosità viscerale verso certi suoi elementi. Per esempio mi son sempre chiesto perché la somma dei quadrati sui cateti è uguale al quadrato costruito sull’ipotenusa, ma soprattutto come mai qualcuno si era messo a fare i calcoli e le dimostrazioni necessarie per spiegare tutto ciò.
Se si legge la storia di come alcune cose sono state scoperte la faccenda inizia a diventare affascinante. Certo, non è un thriller o una spy story come piacciono a me, ma si scoprono elementi che ti fanno rivalutare tutta la materia.
Logicamente le prime scoperte derivavano da necessità pratiche o religiose. Nel primo caso l’esempio più concreto è la ri-suddivisione dei campi dopo le alluvioni del Nilo: calcoli che venivano tutti fatti con bastoni e corde e grazie ai quali gli egizi presero una bella confidenza con angoli retti, triangoli e quadrati. Ci sono addirittura raccolte di problemi (con annesse soluzioni) attribuite (temporalmente) al regno di Ammenemes III (circa 1800 ac).
Piergiorgio Odifreddi, divulgatore e giornalista scientifico, ci fa ripercorrere la storia della matematica ripartendo proprio da queste prime testimonianze e cercando di ricostruire il modo di ragionare di quelle popolazioni che avevano sicuramente mezzi molto più basilari ma ingegno da vendere.
E così la geometria prende una nuova vita (o almeno questo è successo per me), una leggerezza ed un fascino che non mi aspettavo, tanto che mi sono ritrovato, a volte, ad esclamazioni di stupore o a dire “cavoli, ecco perché è stato formulato questo teorema”.
La cosa bella è che Odifreddi ci narra le varie vicende dell’epoca, sfatando qualche mito (per esempio l’ “eureka” di Archimede sembra sia stato raccontato un po’ ingigantito per rendere omaggio allo scienziato), raccontando aneddoti e introducendo i vari argomenti con leggerezza e semplicità… O almeno provandoci. Devo confessare che il capitolo sulla geometria sferica – nonostante mi abbia aperto un mondo – mi è rimasto indigesto…
Oddio, una cosa da contestare all’autore ce l’ho: la sua mania di voler cancellare i riferimenti cristiani lo porta a volte ad esagerare. Ok, Piergiorgio, sei ateo e credi che i cristiani siano un po’ sempliciotti. Sei libero di pensarla così, non ti rimprovero per questo. Ma cambiare, addirittura, il sistema di datazione usando il segno “meno” al posto di A.C. (avanti Cristo) mi sembra un po’ esagerato. Fortunatamente a parte i 10 secondi iniziali per comprendere cosa significava il meno davanti ad un anno, non ci sono stati problemi nella lettura del resto del libro.
Nel finale si parla del passaggio di testimone dai matematici elleni a quelli arabi e si accenna ad un prossimo capitolo in cui si continuerà questo viaggio nella geometria (e in parte nella matematica che ne deriva) e, confesso, sto già preparandomi per acquistarlo.
Devo però anche riconoscere che la materia è un po’ pesante e dopo un libro come questo mi sa che mi dedicherò a qualche romanzo più leggero, appunto nell’attesa del nuovo libro.
Non è un libro per i ragazzi delle elementari, anche se un paio di capitoli potrebbero far loro comodo. Non lo è neppure per le scuole medie, anche se molti capitoli potrebbero aiutare i ragazzi a saperne di più e ad affascinarsi alla materia. È un libro per chi è incuriosito dalla materia, per chi la vuol conoscere meglio, la vuol studiare, approfondire. Ma non è un testo universitario. È semplice ed immediato ma – almeno sembra – non lacunoso. Certo, non fornisce il dettaglio di tutte le spiegazioni, ma se lo facesse diverrebbe un libro molto più pesante da leggere. D’altro canto non chiede neppure di prendere alcune cose per buone ma cerca di fornire spiegazioni con semplicità, raggiungendo, a mio avviso, un buon equilibrio fra leggibilità per tutti e profondità di concetti.
Unico altro appunto: magari qualche euro meno nel prezzo in questo periodo non avrebbe fato male: io l’ho pagato 22 euro e devo dire che li vale tutti, ma venderlo a 16-18 euro penso lo renda ancora più appetibile.
Buona lettura.
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