Le cosmicomiche (Italo Calvino)

Brevi racconti “cosmici” sulla formazione della terra Se la trilogia degli antenati mi ha colpito per tutta una serie di riflessioni che ci stanno dietro (vedi i miei post: il barone rampante, il cavaliere inesistente e il visconte dimezzato) le “cosmicomiche” mi hanno lasciato più… boh, forse “indifferente”, ma non so definire bene la mia sensazione. Partiamo dal descrivere cosa sono: si tratta di una raccolta di piccoli racconti a sfondo “cosmico” e “comico” che partono da considerazioni scientifiche del passato. Per esempio “la distanza dalla luna” ha come introduzione la “teoria della fissione” (postulata da Darwin figlio). La teoria (molto in breve) dice che la luna si è formata grazie al materiale eiettato dalla terra e si è piano piano allontanata dal nostro pianeta. Calvino ci costruisce una storia di persone che vanno a raccogliere il “latte lunare”, una storia di amori e passioni, di cose strane, di fatti curiosi. Ed anche gli altri racconti in questa raccolta sono nello stesso stile. Sono storie buffe, che fanno sorridere e, in qualche caso, anche ridere. Tutte storie surreali, ma molto diverse, per esempio, dallo stile surreale di Douglas Adams (quello della Guida Galattica per autostoppisti). E diverse anche dal surreale di Boris Vian (la schiuma dei giorni). E’ un “surreale” vicino alla trilogia degli antenati, anche se meno profondo. Vero è che in tutte le storie (in misure diverse) c’è una componente di amore: più passionale, più spirituale o addirittura “semplice” amor proprio. Si parla di uomini e donne in […]

I dolori del giovane Werther (Goethe)

“Io sono solamente un pellegrino sulla terra; voi siete di meglio?” (16 giugno) Come accennato nel precedente post ho comprato poco tempo fa un libro con i due racconti di Goethe (“Le affinità elettive” e, appunto, “I dolori del giovane Werther”). Ho preferito creare un post per ogni racconto (piuttosto che farne uno unico per il libro) per due motivi: il primo è che i due racconti vivono separatamente e quindi trovo corretto non trattarli insieme, il secondo – più pratico – è che trattandosi di racconti “pesanti” (almeno per me) non so quanto tempo avrei impiegato per concludere il secondo racconto, col rischio di dimenticarmi il primo… Ne “I dolori del giovane Werther”, ovviamente, si respira ancora tutto il romanticismo ottocentesco, legato al dolore per non poter esprimere pienamente quello che comanda il cuore. Werther è un giovanotto di buona famiglia (non si conosce la famiglia ma si capisce che è nobile o gravita intorno alla nobiltà e che è un artista) che si prende un periodo di riflessione facendo un viaggio. Arriva in una amena località della campagna che eccita il suo animo sensibile e vi si stabilisce. Conosce, dopo poco tempo, Carlotta e se ne innamora follemente: inizia a frequentarla ma scopre che è promessa sposa di un altro giovane (Alberto), ma nonostante ciò si convince che anche lei provi per lui qualcosa più dell’amicizia. Il succo della storia è breve: quando capisce che la situazione è poco sostenibile Werther accetta un incarico di funzionario presso un […]

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