Il mercante di Venezia (William Shakespeare)
“Ai miei occhi il mondo, Gratiano, non è che un palcoscenico, dove ognuno è costretto a recitare la sua parte: e la mia è triste” (atto primo, scena prima) Sì, lo so, più che parlare di libro si dovrebbe parlare di opera teatrale. Il “libro” è solo il supporto su cui ho avuto la possibilità di leggerla. E mi ha “catturato” (il libro) – come spesso accade – grazie ad una offerta ad un supermercato. A soli 2,90 euro ho preso il libro con l’opera in italiano (traduzione di Gabriele Baldini) e in inglese a fronte. La storia penso la conosciate, ma la riporto brevemente per vostra comodità (se volete approfondire Wikipedia.it riporta la trama in modo abbastanza completo). Antonio è il mercante che da il titolo all’opera. E’ fondamentalmente un “buono”: fa affari, sì, ma senza approfittarsi degli altri. Gli capita, a volte, di prestare denaro senza interessi e, altre volte, ha “salvato” dalla rovina persone che si erano rivolte a degli usurai. Shylock, un ebreo, che fa affari prestando denaro ce l’ha a morte con Antonio proprio per questi motivi: lo incolpa di portare via il lavoro. Ma anche Antonio ce l’ha con Shylock e più volte l’ha offeso. Bassanio è un amico di Antonio che vorrebbe “corteggiare” Porzia, una giovane e ricca veneziana che il padre ha promesso in sposa (nel suo testamento) a chi saprà scegliere lo scrigno “giusto” fra tre messi da lui a disposizione. Ma Bassanio è a corto di soldi e li chiedi […]