Nuovo tentativo di affossare la UpLink, nuova battaglia fra “bene” e “male”, e nuova vittoria del bene (nel puro stile americano).
Ebbene, ci sono ricascato un’altra volta: ho acquistato un nuovo romanzo di Tom Clancy scritto a quattro mani con Martin Greenberg; uno della serie “Giochi di potere”.
Ora, detta così sembra sia uno schifo e che abbia buttato via i soldi. No, non è vero. Non mi è comunque dispiaciuto leggerlo (l’ho divorato in tre giorni), ma non è il “Tom Clancy” che conoscevo, quello di Jack Ryan e della Cia, quello che tira la tensione gradualmente, come un elastico, e la fa esplodere con un finale degno.
Ripeto, non che il racconto sia male: la tensione c’è, c’è voglia di arrivare alla fine, ma – come avevo notato nel precedente romanzo della serie (vedi post) – tutto si risolve in una bolla di sapone (narrativamente parlando). In parole povere quando arrivi all’ultimo capitolo ti viene da dire “tutto qui?”
A chi piacciono le storie alla James Bond (spionaggio ultrasofisticato, aggeggi elettronici ultramoderni e roba simile) questo libro piacerà, anche se – probabilmente – non arriverà nella top 5 delle personali liste degli amanti del genere.
La storia è semplice e, come sempre per i libri di Tom Clancy, si sviluppa nell’arco di pochi giorni in varie località del mondo. Protagonista è sempre la UpLink, società internazionale di telecomunicazioni, guidata da Roger Gordian con lungimiranza e saggezza.
Siamo ad Aprile 2011: la UpLink sta per mandare un nuovo satellite in orbita con l’Orion, uno Space Shuttle. Ma a 6 secondi dal lancio tutto comincia ad andare storto. In breve: un incendio distrugge lo shuttle e uccide uno degli uomini dell’equipaggio. Sabotaggio o guasto tecnico? L’indagine Nasa, dietro le spinte di Gordian (maggiore finanziatore del progetto) viene affidata ad Anne, collega dei “ragazzi” che dovevano andare nello spazio.
Contemporaneamente viene sferrato un attacco ad una delle sedi UpLink, in Brasile, dove si preparano componenti per la stazione spaziale. L’intento è quello di distruggere alcuni magazzini, ma uno dei capi della sicurezza intuisce le idee degli assalitori e ce la fa a salvare il magazzino.
L’organizzazione criminale dietro a tutto ciò è guidata da DeVane, un grossissimo trafficante di droga che ha intenzione di allargare i suoi affari. La sua idea è quella di mettere in orbita, nascosto in uno dei moduli della stazione spaziale prossimi al lancio, un piccolo apparecchio in grado di emettere un fascio concentrato di microonde capace di bloccare quasi tutti i circuiti elettrici (a meno che non abbiano una buona schermatura). Con tale apparecchio vuole ricattare le varie nazioni e infliggere danni alla stessa UpLink, rea – secondo lui – di portare stabilità nei paesi dove opera, con il conseguente calo di criminalità e di bisogno dei suoi servizi…
Insomma, la classica trama alla 007, in cui si intersecano le vite dei passeggeri di un treno deragliato (per provare lo strumento che emette microonde) e la vita di un nuovo agente (Tom Ricci) chiamato a dirigere la sicurezza interna della UpLink. Senza dimenticare il cinico e opportunista assassino, le vicende passate di alcuni personaggi e altri “contorni” che a volte ti fanno inquadrare meglio il personaggio ed altre, invece, appesantiscono la lettura. A pensarci bene è molto vicino alla sceneggiatura di un film… Chissà…
Arrivati al ventunesimo capitolo siamo al momento culminante: non si deve scatenare lo scontro finale, ma si presume che la UpLink abbia compreso almeno in parte cosa succede. Invece è solo consapevole che ci sono manovre per danneggiarla, ma i personaggi “buoni” non capiscono lo scopo finale dei “cattivi”.
Il tutto si risolve in una battaglia durante la quale viene sventato, in modo assolutamente inconsapevole, il piano criminale. Il capitolo ventunesimo è seguito da un “epilogo” in cui si cercano di dare alcune spiegazioni ma – anche da questo capitolo conclusivo – si capisce che la UpLink non ha assolutamente capito le intenzioni dei criminali né chi fossero i mandanti degli attacchi. Scusatemi la malizia, ma tutto questo sa tanto di: “comprate il prossimo libro e ne saprete di più”.
Non so se comprerò il prossimo libro, quasi sicuramente sì perché il nome “Tom Clancy” mi riporta alle emozioni dei primi suoi romanzi e mi dico che “forse stavolta siamo tornati ai livelli iniziali”. Speriamo.
Come detto all’inizio il romanzo non è male, ma non vale (per me) i 20 euro di copertina: se lo avessi saputo avrei aspettato una versione economica (fra 5 e 10 euro). Non sono soldi buttati via, ma se faccio il confronto con “La linea d’ombra” di Conrad, pagata 2 euro, Clancy ci perde di brutto.
Dai Tom, aspetto un nuovo romanzo nello stile “Jack Ryan”.
Buona lettura e buon Natale a tutti.
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Beh ma guarda secondo me un libro di clancy con lo stile jack ryan non lo rivedrai mai perchè io ho il sospetto che la scritta tom clancy con martin greenberg significhi che in verità è stato scritto da greenberg e che clancy è gia tanto che lo abbia letto e poi ci ha messo la firma, che poi ha fatto comprare a me, te e altri milioni di persone il libro solo per il nome. Non ho ancora letto il libro perchè adesso sto finendo un altro libro regalatomi per natale (o'brian se lo conosci) e per cio ho evitato di leggere la tua descrizione del libro (non volermene male), ma avendo letto molti altri libri con la firma di clancy ma non esclusivamente suoi penso già che il libro mi èiacerà comunque visto che è il mio genere preferito, ma per me il vero Clancy è quello di Jack Ryan che ha finito di scrivere romanzi stupendi con la mossa del drago, e da quelli dopo è sceso al livello di molti altri scrittori di fantapolitica, che probabilmente e ironicamente hanno iniziato leggendo i suoi libri o comunque ne hanno tratto molta ispirazione…mi dispiace molto che il buon vecchio tom si sia trasformato in marchio, ma i soldi e/o la mancanza di idee lo hanno reso cosi…un consiglio, se non lo hai mai letto ti consiglio patrick robinson, che scrive romanzi con lo stesso stile di clancy e soprattutto i primi sono veramente molto eccitanti
Appena visto l'account del commentatore sono saltato sulla sedia, poi ho capito che sei un appassionato come me.
Grazie per i consigli sugli autori: penso che li proverò.
Come dico nel post non è che mi sia dispiaciuto il libro, ma nemmeno piaciuto: non è nello stile “Clancy”. E sono d'accordo con te che ormai il nome di Tom sia diventato un marchio.
Grazie ancora per il commento.
[…] libro è – in qualche modo – il sequel di “Progetto Orion”: Gordian, il capo della UpLink, una multinazionale che si occupa di comunicazioni satellitari, […]