La linea d’ombra (Joseph Conrad)

“…è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato saltare verso il tempo indefinito dell’essere adulto…” (La linea d’ombra – L’Albero [1987] – Jovanotti)

Non voglio confondervi le idee: quello che ho letto è il racconto di Conrad. Ma ammetto che proprio la canzone di Jovanotti (ispirata al racconto) mi è rimbombata in testa dal momento del primo ascolto fino ad ora. Per fortuna solo di quando in quando.

Ho comprato il libro un mesetto fa, a 2,90 euro in un supermercato. Dopo aver letto il libro sono andato a ricontrollare il testo della canzone (vedete il link sopra). Inizialmente ero convinto che il testo di Jovanotti rispecchiasse grossomodo fedelmente il racconto, ma non è proprio così. La canzone assorbe dal profondo della storia: le ansie e le angosce del giovane capitano che si trova a fronteggiare il mare delle responsabilità; l’oppressione della calura e la calma piatta del mare, la bonaccia del vento… tutti pesi che gravano sulle spalle del neo comandante della nave.

Come in molti romanzi di formazione la storia si sviluppa su due livelli: il primo è il racconto vero e proprio, che si può sviluppare in modo semplice o complesso, ma che rimane comunque una storia che ha un punto di partenza ed uno di conclusione. Il secondo livello è la “formazione” vera e propria: l’insieme di riflessioni, la crescita del protagonista, il passare – appunto – quella linea d’ombra che divide la giovinezza (più o meno spensierata) dall’età adulta (l’età delle responsabilità). E poi – come in buona parte dei romanzi di formazione – il personaggio principale non ha nome: ogni lettore è chiamato a calarsi nell’interprete, a vivere il suo processo di crescita.

La storia (il primo livello) è abbastanza semplice e lineare. Un giovane vice comandante di una nave, arrivato in porto, lascia il proprio equipaggio. E’ stanco, non fisicamente ma di quello stress che prende a chi non sa bene cosa fare. Si trovava bene coi marinai che comandava ed anche loro lo stimavano, ma qualcosa non andava. Ancora non ne è consapevole, ma il giovane cerca qualcosa di più, qualcosa di suo, qualcosa da costruire.

Mentre aspetta l’imbarco per tornare verso casa (non sapendo cosa fare) alloggia alla Casa dell’Ufficiale e del Marinaio: una specie di ostello per gente di mare. Lì incontra il capitano Giles, che si propone come il vecchio “saggio” che consiglia il giovane sbarbatello.

Ed infatti il giovane non si è accorto che qualcuno trama dietro di lui: la capitaneria lo cerca per offrirgli un posto di comandante, ma il “maggiordomo” dell’ostello intercetta la lettera della capitaneria e la passa ad un “concorrente”. Il capitano Giles si accorge della cosa e, punzecchiando il giovane, lo spinge a precipitarsi alla capitaneria, dove gli affidano il comando di una nave il cui capitano è morto.

Ecco quindi che il giovane capitano si troverà ad affrontare la responsabilità dell’equipaggio e di una nave che è ferma da qualche giorno in porto e non vede l’ora di riprendere il largo. L’equipaggio è fra lo stanco e lo scosso: il precedente capitano non era proprio uno stinco di santo: ingiurioso, burbero, poco propenso ad assumersi responsabilità. E’ morto in navigazione ed il secondo, il signor Burns, che spesso aveva discusso aspramente con lui, lo “seppelisce” e porta la nave al primo porto (sperando, forse, che il comando venisse affidato a lui).

A rendere più difficili le cose al capitano ci si mette anche l’aria malsana che indebolisce gli uomini della nave. Il giovane deve prendere una decisione: salpare e cercare di riportare nave ed equipaggio a casa, col timore di non riuscire o – peggio ancora – lasciare qualche morto lungo il viaggio, oppure fermarsi ancora, far curare i malati in loco senza grosse speranze e rimandare a tempo indefinito il rientro.

Decide di salpare, ma la bonaccia non lo fa andare avanti: passano i giorni e la nave si muove appena, aiutata solo da una leggera corrente. Il signor Burns, malato – quasi sicuramente delirante, vede in quella stasi la maledizione del vecchio capitano.

E’ in questo frangente che il capitano deve dare il meglio di sé: tenere moralmente e fisicamente sollevato l’equipaggio che piano piano si sta ammalando; tenere sotto controllo la situazione per sfruttare ogni singolo refolo di vento; impedire ai pochi uomini in forze di sfinirsi nel portare avanti il proprio e l’altrui lavoro.

Finalmente arriva il vento, il problema è che si tratta i una di quelle bufere che difficilmente si vede da quelle parti. Come governare la nave? Sono pochi gli uomini a disposizione del comandante, e anche lui si deve dare da fare sull’alberatura per gestire le vele.

In questo contesto avviene il passaggio della linea d’ombra: dalla giovinezza, dalle responsabilità in seconda persona, il comandante passa alla maturità: prende in mano la situazione, si assume il peso di tutte le responsabilità, comprende che da lui dipendono la vita degli uomini e la “salute” della stessa nave. Il passaggio non è delicato, ma il giovane – ormai adulto  – lo affronta con serietà e non si tira indietro.

Non si accorge nemmeno del passaggio: ne prende coscienza solo dopo, quando ormai arriva in porto con la nave, governandola con pochi uomini (se volete sapere cosa è successo agli altri leggete il racconto).

Si tratta di uno di quei racconti che – secondo me – dovrebbe essere presente nella libreria sia di un adulto sia di un giovane. Non è un libro semplice, soprattutto nel passaggio fra il racconto e la dimensione interiore: il racconto, di per sé, può essere letto senza problemi (non è semplicissimo, ma neppure pesante); ma l’impersonarsi con il comandante e seguire il suo processo di crescita richiede un piccolo sforzo da parte del lettore.

Pensate di regalarlo a qualcuno? Per un ragazzo o un adolescente potrebbe andare bene, ma non vi preoccupate se questi si ferma solo al primo livello. L’ho detto prima: ci vuole un po’ per entrare nel secondo livello e deve essere una scelta (consapevole o inconsapevole) del lettore, non può essere una forzatura.

Buona lettura e Buon Natale

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