Millennium Trilogy (Stieg Larsson)

15 centimetri di gialli svedesi

Ale, Ale… che hai fatto? No, non è un grido di gioia (manca l’accento sulla “e”), ma un appunto alla cugina che mi ha consigliato questo autore costringendomi (piacevolmente) ad una indigestione di gialli…

15 centimetri è l’altezza dei tre libri messi uno sull’altro. 760 è il numero medio di pagine per volume. Tutto letto in pochi giorni. Questi numeri non sono per vantarmi ma per farvi capire quanto mi hanno preso questi tre libri.

A proposito: diamo anche un po’ di titoli. Il primo è “Uomini che odiano le donne”, il secondo “La ragazza che giocava con il fuoco” ed il terzo “La regina dei castelli di carta”. Tutti e tre di Stieg Larsson, giornalista e scrittore svedese, purtroppo morto da poco tempo.

Tutti e tre i gialli ruotano intorno a due personaggi fondamentali: il giornalista Mikael Blomkvist, della rivista Millennium (da questo “Millennium Trilogy”) e la hacker Lisabeth Salander. Insieme a loro altri personaggi fondamentali in tutti e tre i libri, ma in (leggero) secondo piano nelle vicende narrate: Erika (capo e amante di Mikael), e Dragan Armanskij (capo e non amante di Lisabeth).

Le trame dei tre libri sono abbastanza complesse da richiedere lunghi paragrafi. Farò quindi un riassunto molto breve, indicando fin da subito che “La ragazza che giocava col fuoco” (secondo volume) e “La regina dei castelli di carta” (terzo volume) sono l’uno l’immediato seguito dell’altro (mentre fra le storie del primo volume e gli altri due c’è un intervallo temporale).

In “uomini che odiano le donne” a Mikael è chiesto di scoprire cosa è successo molto tempo prima ad una giovane ragazza di una importante famiglia industriale svedese. Il nonno della ragazza è tutt’ora ossessionato da non averla saputa proteggere. Inoltre, ad aggravare la situazione, ogni anno riceve un fiore incorniciato in un quadretto: regalo che solitamente – prima di sparire – la ragazza stessa faceva al nonno. Il nonno non riesce a pensare ad altro che all’assassino di sua nipote che vuole tormentarlo con quel regalo, così vorrebbe fare un ultimo tentativo di scoprire la verità.

Mikael, giornalista economico, è appena uscito sconfitto da un processo per diffamazione a causa di un suo articolo. L’incarico di fare luce sulla scomparsa della ragazza è la cosa più strana che potesse capitargli, ma lo accetta proprio per staccarsi dal solito lavoro (e, in parte, anche studiare le contromosse contro il suo accusatore).

Il lavoro di ricerca dura quasi un anno: fra colpi di scena e attentati alla sua vita Mikael riesce a risolvere il mistero grazie anche all’aiuto di Lisabeth. Se volete sapere cosa è successo alla ragazza sparita, però, dovrete leggervi il libro.

Lisabeth e Mikael si conoscono e nasce una reciproca stima fra loro. Mikael, molto aperto, si fida subito di Lisabeth. Lei, invece, molto chiusa (scopriremo nel secondo volume perché) e con problemi di interazione sociale, è una bravissima hacker che, però, commette un piccolo errore: proprio attraverso quell’errore MIckael scopre la sua attività di spionaggio elettronico. Ma non se la prende tanto: anzi, gli chiede di aiutarlo ed entra nella vita di Lisabeth in modo tanto imprevisto e particolare che lei non può non provare simpatia. Alla fine, poi, sarà proprio Lisabeth a trarre d’impaccio Mikael sia per il caso della sparizione della ragazza sia per ribaltare il verdetto del processo subìto l’anno prima.

Nel secondo e terzo libro (li tratto insieme perché, come detto, sono parte della stessa storia), è Lisabeth ad essere in difficoltà. Viene accusata di aver ucciso due collaboratori di Millenium che stavano scrivendo un articolo sulla prostituzione. L’articolo-indagine aveva riesumato un personaggio tanto misterioso quanto inquietante, che Lisabeth conosce bene perché – potremmo dire – la sua vita è legata a doppio filo con quella di lui.

Nel secondo libro veniamo a scoprire la storia di Lisabeth: la sua infanzia, da dove nascono  suoi problemi di relazione (soprattutto con le autorità) e “Tutto il Male” che la ha fatta diventare la persona che adesso è. Tutto ciò mentre lei stessa sta conducendo una indagine personale per ritrovare il misterioso personaggio. Riuscirà a trovarlo e ingaggerà una lotta che li vedrà finire entrambi in ospedale, entrambi malridotti e mezzi morti. Lisabeth viene così accusata anche del tentato omicidio di questo personaggio.

Fine del secondo libro, inizio del terzo: in ospedale, piantonata da un agente di polizia , Lisabeth è convinta da Mikael a organizzare la sua difesa. Aveva perso interesse nella sua vita futura, convinta di ritrovarsi ancora una volta impelagata in tutte le vicende vissute da ragazzina…

Si ingaggia, nel terzo libro, una battaglia senza esclusione di colpi fra MIkael (e tutti coloro che credono in Lisabeth) e un ramo deviato dei servizi segreti svedesi (mi è toccato dirlo, ma non dovrebbe sciuparvi la lettura) che vorrebbe zittirla. Si scopre che la vita di Lisabeth adolescente è stata gestita (e rovinata) da loro: era il pegno da pagare per mantenere un segreto “importantissimo” per lo stato (ma era veramente così importante da rovinare la vita della ragazza, oltre ad altre vite?). E adesso il silenzio di Lisabeth diventa l’assicurazione della loro incolumità politica (ed in parte anche della loro vita).

Come va a finire? Beh, posso anticiparvi che tutto va per il meglio senza correre il rischio di rovinarvi la tensione. Tutti e tre i romanzi sono farciti di una bella dose di suspance e di colpi di scena, ma il secondo ed il terzo – secondo me – eccellono in questo campo pur rimanendo estremamente realistici (il rischio dell’eccesso di colpi di scena è che la storia diventi incredibile).

Inoltre si capisce, leggendoli, che il secondo e terzo romanzo sono nati insieme (ed erano parzialmente nella mente di Stieg già dal primo romanzo). Non si nota una diluizione artificiale (come è successo per altri romanzi, ad esempio la trilogia di Eragorn che è diventata una tetralogia, per cavalcare l’onda del successo) ma di una storia complessa divisa in due volumi. Oddio, delle oltre 1500 pagine complessive dei due romanzi, forse 100 pagine potevano essere risparmiate (qualche passaggio storico, qualche problema vissuto da Erika), ma mi sembra che non diano noia: fanno parte della storia e aiutano a descrivere più a fondo i personaggi e gli intrecci delle loro relazioni. Non tolgono tensione, anche se rallentano un po’ la lettura.

Già che ci sono mi sento di fare un altro confronto: amo i thriller di Tom Clancy per la “velocità” in cui si svolge la storia e per la tensione sempre abbastanza costante. Ho letto anche Agatha Christie e mi è piaciuta la complessità della trama (anche se la tensione era leggermente minore di Clancy). In Larsson ho trovato ad un livello superiore le cose che mi piacevano di Clancy, e lo stesso livello di complessità ed intellettualità della Christie.

Vi consiglio di leggere questi romanzi, ma attenzione perché vi terranno svegli la notte e – se vi succede come a me – diventerete dipendenti dalla storia (nel senso che finché non la avrete finita avrete il costante desiderio di leggerla… del tipo “ancora un capitolo, dai, poi mi metto a fare quello che devo fare”).

Se avete una mezza intenzione di “provare” questo autore, vi consiglio di partire dal primo romanzo: se vi piace andate avanti, ma se non vi piace vi fermate lì. Il secondo e terzo romanzo, pur essendo costruiti come un corpo unico, sono leggibili anche da soli. Ma vi sconsiglio, ovviamente, di leggere il terzo prima del secondo, perché sapreste già come va a finire.

Buona lettura.

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