Il profumo (Patrick Süskind)
A te, zio, che amavi l’odore della terra e adesso ti inebri del profumo del cielo. “… se non riusciva a sentire il proprio odore e se quindi era condannato a non sapere mai chi egli fosse, se ne infischiava, se ne infischiava del mondo, di sé stesso, del suo profumo.” (Cap. 51) Mi sono permesso di dedicare questo post a mio zio, che oggi ha lasciato questa terra. Gli sarebbe piaciuto Süskind, così come gli piacevano molti autori. No, non era un grande lettore, ma gli bastava poco per capire il senso di un libro, per afferrare lo spirito di un autore. Ma veniamo al romanzo. Che ognuno di noi si porti dietro un odore suo proprio è risaputo. Che ci siano animali (e a volte persone) che abbiano un fiuto particolarmente sviluppato è altrettanto risaputo. Ma il Jean Baptiste Grenouille raccontato da Süskind è assolutamente straordinario (sì, è vero, ricordiamoci che si tratta di un romanzo, e le cose straordinarie possono accadere…) Nasce, il prodigio, in una Parigi puzzolente, ammorbata dai più disparati odori: buoni o cattivi che siano sono mescolati in quantità tali che l’aria, per noi oggi, sarebbe irrespirabile. Viene alla luce sotto il bancone del pesce, dal ventre di una infanticida che vorrebbe scaricarlo insieme ai rifiuti del giorno, fra teste ed interiora di pesce. Forse perché la madre lavorava al mercato del pesce (non riesco ad immaginare luogo più puzzolente), forse perché dal momento del concepimento pensava di “scaricarlo”, o forse per un semplice […]