La storia di un uomo, della sua isola e dei suoi amori
Prendete un vecchio, un po scorbutico – simpaticamente scorbutico. Diciamo che questo arzillo vecchietto abita (ed ha sempre abitato) nell’isola dove è nato, e che quindi ne conosce quasi tutti i segreti. Mettete poi che questa isola sia una piccola isola persa lungo la manica, vicino alla costa francese ma sotto il dominio inglese: l’isola di Guernsey (se la cercate, è fra le isole del canale, a nord della bretagna).
Prendete questo vecchietto, magari con una pipa in bocca, mettetelo accanto ad un focolare in un pomeriggio piovoso, oppure dopo cena, accucciatevi ai suoi piedi e chiedetegli di raccontarvi la sua storia: otterrete il libro di Ebenezer Le Page.
Si tratta di un romanzo, non di una storia vera, ma sicuramente riflette alcune esperienza vissute dall’autore (Gerald Basil Edwards) che nacque su quell’isola nel 1899.
La storia che racconta il “vecchio” Ebenezer è una storia semplice, di un ragazzo, poi uomo, poi vecchio che ha amato la sua isola, i suoi amici, e Liza Queripel – unico vero amore (sembra ricambiato, ma chissà?) della sua vita, anche se non ha dato luogo a nessun matrimonio o famiglia…
L’autore ha scelto di far scrivere al protagonista la propria vita in forma di “diario”: il libro è diviso in tre parti (indicativamente giovinezza, maturità e vecchiaia) che corrispondono ai “tre quaderni” comprati da Ebenezer in vecchiaia e riempiti piano piano con la sua storia.
L’elemento portante di tutto il racconto, forse, è il rapporto che Ebenezer ha con tutti ipersonaggi. Quello che intendo dire è che la storia non la fanno tanto i fatti, ma i rapporti fra il protagonista e gli altri personaggi: l’amico Jim, il nipote Raymond, le zie di Timbuctu e Wallabaloo (nomi dati alle due case dove vivono le zie), la madre e la sorella… Non è tanto una sequenza di fatti, quanto un continuo incontrarsi e scoprirsi.
Forse è proprio questo aspetto che rende affascinante il romanzo, perché di per sé la storia è normale. Sì, ci sono di mezzo due guerre (la prima e la seconda guerra mondiale) e tutte le novità del dopo guerra, la modernità degli anni ’50-’60 (e la cocciutaggine di Ebenezer per le tradizioni). Ma rimane una storia normale, senza alti né bassi, senza particolari colpi di scena. Forse ciò che al rende particolare è che piano piano si entra nell’anima di Ebenezer e dei suoi amici. Si scoprono i loro crucci, i loro dolori, le loro passioni…
Particolare è la storia di amore fra il protagonista e Liza Queripel, la ragazza che è innamorata – a modo suo – di Ebenezer; la ragazza che lui sposerebbe (nonostante i contrasti in gioventù). Una storia strana la loro, ma che non mancherà di sorprendere nel finale.
Confesso che all’inizio trovavo il libro un po’ noioso: i primi 3-4 capitoli li ho letti un po’ a rilento. Poi le vicende del giovane La Page hanno iniziato a “prendermi” e l’interesse è cresciuto piano piano.
Visto l’avvicinarsi dell’estate forse si può rivelare un buon libro da portarsi sotto l’ombrellone. Non è comodissimo (quasi 600 pagine) ma è abbastanza tranquillo da essere letto con calma fra un bagno, una passeggiata ed una frittura di pesce… Attenzione, però, non è molto allegro (anche se ci sono tracce di umorismo “guerseniano” – come direbbe il protagonista).
Buona lettura.
Questo blog si serve di cookie tecnici per l'erogazione dei servizi e ospita cookie di profilazione di terze parti, utilizzati per la personalizzazione degli annunci pubblicitari. Se vuoi saperne di più a riguardo, compreso come cancellarli e/o bloccarli, accedi alla pagina Cookie Policy per visionare l'informativa completa, altrimenti clicca su "OK" per accettarli esplicitamente. Se prosegui nella navigazione sul sito acconsenti tacitamente al loro uso. Maggiori info
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.
L’ho finito stanotte, e ho pianto come una fontana per la commozione, e giuro che non mi capitava così da un pezzo per un libro.>E’ bellissimo. Semplicemente. E’ un grande classico, fin da ora e per sempre.