Gli occhi di un bambino ebreo (Mario Giro)
Storia di Merzoug terrorista pentito E’ la storia – vera – di un giovane algerino cresciuto in Francia che si trasforma in (quasi) terrorista a causa di una serie di eventi. Ma quando sta per compiere il suo atto di terrore qualcosa lo blocca e scarica il caricatore del suo Uzi non sulla gente ma su un muro poco distante. E’ Mario Giro che racconta la storia, non Hamel Merzoug. Con stile giornalistico ricostruisce la vicenda a partire dalla nascita in Algeria, al trasferimento in Francia, dove cresce in povertà e considerato (come gli altri immigrati) come non facente parte della popolazione francese. Non è il caso di descrivere, in questo post, l’adolescenza e la giovinezza di Merzoug: lo ha fatto bene l’autore nel libro. Racconta degli scontri sociali a Parigi fra i poveri immigrati ed una società non molto aperta, dell’incontro con i “reclutatori”, fino all’accettazione – da parte di Merzoug – della “missione” affidatagli: colpire persone di origine ebraica in Marocco. Mario Giro cerca di descrivere la situazione sociale in cui viveva Merzoug, non per discolparlo delle sue responsabilità, ma per farci comprendere in che stati d’animo si trovasse il protagonista. Ciò aiuta a comprendere alcuni pensieri di Merzoug, non per approvarli ma per comprendere quello che passava nella testa di Hamel. Si riesce, per esempio, a capire come sia facile per certi soggetti sfruttare le condizioni sociali per spingere alcuni giovani all’odio di altre etnie. In particolare a Merzoug hanno sempre fatto credere che la colpa di tutto derivi dagli Ebrei […]