Una nuvola come tappeto (Erri De Luca)

Lo confesso: dopo aver letto “In nome della madre” Erri De Luca mi ha intrigato. E così ho fatto uno “scambio alla pari” con un’amica: io le ho prestato “In nome della madre” e lei mi ha prestato “Una nuvola come tappeto”.

Bhe, confesso che lo stile è diverso. In un paio di punti tanto diverso che ho dovuto rileggere due volte il passaggio per capire quello che Erri voleva dire. No, niente di particolarmente difficile, ma a volte (specialmente in due punti: torre di Babele e Giona) ha costruito periodi complessi. Ovviamente se paragonati all’ultimo suo libro (In nome della madre), dove i periodi sono più asciutti, più delicati… dove riesce ad esprimere il concetto in poche semplici parole

E’ vero, però, che i due libri sono scritti in tempi e modi diversi. Il primo è proprio “Una nuvola come tappeto” ed è stato pubblicato negli anni ’90, mentre “Nel nome della madre” è dell’anno scorso (fine 2006).

Ne “Una nuvola come tappeto” De Luca analizza alcuni brani del vecchio testamento, partendo dalla Genesi (torre di Babele), facendoci conoscere alcuni personaggi (Salomone, Giuseppe, Giona), guidando il lettore, in pratica, in una conoscenza di alcuni testi della Bibbia. E qui occorre una nota: Erri De Luca ha studiato e studia tuttora la lingua ebraica. Si professa “non credente” (almeno in alcune interviste che ho letto) e quindi la lettura non è propriamente “cattolica”. Eppure prende per buono, alla lettera, quello che la Bibbia racconta. Ho usato l’espressione “prendere per buono, alla lettera” non perché sia sbagliata, ma perché sappiamo che oltre al significato letterale (raccontare la storia di un popolo) c’è un significato simbolico… Il racconto biblioco, specie quello più antico, è metaforico e rimanda a significati più ampi, anche oltre a quelli intelleggibili con gli occhi della fede.

Quello che mi ha sorpreso, appunto, è l’interpretazione letterale di Erri De Luca, il quale ripercorre – per esempio – la confusione linguistica della torre di Babele attraverso i pensieri di un muratore sulla sommità della stessa. Ripeto: non che sia sbagliato – e Erri riesce a raccontare veramente bene le sensazioni che può aver provato quel muratore -, ma privilegia l’espresione letteraria (interessante ma limitata) ad una analisi del significato (forse più difficile da rendere, più rischiosa, ma che colpisce di più il lettore).

Detto tutto ciò, comunque, sono contento di aver letto anche questa opera di De Luca e credo che proseguirò nella scoperta dell’autore attraverso altre sue opere.

Lo consiglio a tutti: è un librettino di “poche” pagine e si trova a 5,20 Eur (Bol.it). Fra le altre cose è un sistema per “ripassare” l’antica storia ebraica… Chi mi conosce sa che faccio il catechista, e confesso che questo potrebbe essere uno strumento (secondario) per aiutarmi con i ragazzi.

Buona lettura

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