Nostri amici da Frolix 8 (Phil K Dick)
Devo dire che ancora una volta Dick mi ha piacevolmente sorpreso… Il romanzo ti lascia un po’ di amaro in bocca, ti poni delle domande. Se si vuole lo si può usare anche come metafora del razzismo (o del classismo): nel romanzo, infatti, gli “Uomini Nuovi”, insieme agli “Insoliti”, occupano tutte le posizioni di potere relegando gli Uomini Vecchi a semplici “operai” di classe B.
Un breve riassunto della storia – se volete farvi un’idea più precisa leggete la recensione al link sopra…
Nick Appleton è un uomo Vecchio. Non ha particolari capacità intellettive (come gli uomini Nuovi, che hanno delle “protuberanze” nel cervello che permettono loro ragionamenti molto più ampi) né è un insolito (un uomo con facoltà precognitive o telepatiche o simili). Spera però per suo figlio Bobby un futuro “alla pari” e per questo lo spinge a dare gli esami per accedere agli incarichi statali. Ma quando il figlio fallisce (perché gli esami sono creati da Uomini Nuovi che, in questo modo, precludono a tutti l’accesso agli incarichi di prestigio) il mondo gli crolla addosso. Quelli che prima erano solo dubbi e voci di corridoio adesso sono certezze, e quello che prima era certezza si è dissolto.
Aderisce, un po’ casualmente, un po’ convinto, al movimento dei Cordoniti, Uomini Nascosti che si raccolgono intorno a due speranze: la prima è data da Cordon, un idealista che vorrebbe vedere tutti gli uomini allo stesso pari (ma che è stato imprigionato dai nuovi); la seconda è Provoni, un “mito” per alcuni, partito più di 10 anni fa su una nave rubata alla ricerca di forme aliene che potessero dare una mano. Quando le speranze sembrano affievolirsi (Cordon è condannato a morte) ecco che si fa vivo Provoni: fra pochi giorni sarà di nuovo sulla terra in compagnia di un essere, un Frolixiano, che potrà risolvere la situazione… Cosa accadrà? Mi spiace ma il finale lo lascio alla vostra lettura (anche se qualcosa ho accennato nella recensione su Ciao).
Un grande Dick che analizza afondo i personaggi, che riversa nel romanzo le sue paure o ossessioni: spesso troviamo persone dotate di particolari poteri nei suoi romanzi, non sempre “buone”. Spesso troviamo un’idea cupa di futuro… è sufficiente ricordare anche i film “Minority Report” e “Paycheck”, entrambi ispirati da racconti di Dick: in entrambi il futuro ha tinte fosche, anche se poi le situazioni si risolvono al meglio per i protagonisti…
Insomma, lo consiglio a tutti gli amanti del fantasy, dello SCI-FI e – ovviamente – di Dick. Il racconto ha un pregio: lo si può leggere sia solo come storia (ed è piacevole, anche se un po’ lunga) sia cercando di intelleggere i messaggi di Dick (ed allora la cosa diventa più pesante… ed in alcun punti – specie ripensandoci dopo – lo stomaco ti si aggroviglia un po’).
Buona lettura.
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